18 aprile 2024
Aggiornato 11:00
L’esponente del Pdl rilancia la necessità dell’uscita del Premier

Pisanu a Berlusconi: i numeri non bastano più, bisogna cambiare

Anche la Presidente della Confindustria, Marcegaglia, insiste per un avvicendamento alla guida dell’Italia: «Siamo stufi di essere i zimbelli del mondo. Se il governo non è in grado di fare le riforme - dice ormai apertamente la Confindustria - se ne vada a casa»

ROMA - «La debolezza politica è dovuta al fatto che il Governo con la maggioranza numerica non è in grado di reggere i pesi dei problemi che incombono, e il Parlamento non è in grado di cambiare il governo.
Di qui l'enormità del problema politico». Lo ha affermato Giuseppe Pisanu, presidente del Pdl della commissione Antimafia.
La crisi finanziaria che attraversa l'Italia è strettamente legata alla «debolezza politica» del governo, ha aggiunto il senatore Pdl Giuseppe Pisanu.

Emma Marcegaglia: il governo se è incapace se ne vada a casa - «O questo governo è in grado di varare riforme serie oppure deve andare a casa. È evidente». Lo ha detto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. «Siamo stufi di essere considerati lo zimbello nel mondo», ha affermato la leader degli industriali nell'ambito del Cersaie, il salone internazionale della ceramica. Questo stallo condanna l'Italia a situazione molto difficile.
Questa situazione di «stallo, condanna l'Italia ad una situazione molto difficile». Per questo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, chiede al Governo, «nelle prossime ore, nei prossimi giorni» un «piano» che dia il senso della «discontinuità».

Il momento è difficile, abbiamo pochi giorni, forse poche orere - «E' un momento difficilissimo, abbiamo poche ore e pochi giorni» a disposizione - ha detto Marcegaglia al Cersaie di Bologna, il salone internazionale della ceramica -. «O il Governo è in grado di fare riforme che diano un senso di discontinuità, che ci fanno tornare a crescere, o non può stare» perché «siamo in una situazione talmente complicata» e «non fare niente e stare in una situazione di stallo vuol dire condannare l'Italia a una situazione difficile».

Il prossimo Cdm dia un segno di discontinuità - «E' questione di ore e di giorni - ha aggiunto il leader degli industriali -. Giovedì è stato convocato il Consiglio dei ministri ed è essenziale che» in quel contesto «si decidano cose che diano il senso di discontinuità». Per Marcegaglia s'intendono «una riforma delle pensioni e una riforma fiscale che abbassi le tasse alle imprese e ai lavoratori e alzi le tasse su cose e patrimoni; una grande vendita di patrimoni immobiliari; un investimento vero in infrastrutture e ricerca». «Se facciamo questo velocemente, con un piano organico, chiaro, in pratica subito - ha concluso - daremo un senso di discontinuità. Se faremo iniziative spot, minimali, il rischio per l'Italia è molto forte e anche per l'Europa».Questo stallo condanna l'Italia a situazione molto difficile

Il governo battuto quattro volte alla Camera - Ancora una sconfitta in Aula alla Camera per il governo sul testo che prevede norme per gli spazi verdi urbani: l'Assemblea ha approvato infatti un emendamento dell'Idv su cui l'esecutivo aveva dato parere negativo. Si tratta della quarta battuta d'arresto del governo in Aula oggi dove è stata respinta anche la richiesta del relatore di rinviare il provvedimento in Commissione.

Bersani: se si va avanti così si pugnala il Paese - Pier Luigi Bersani lancia un appello a Pdl e Lega, i partiti che sostengono il governo, affinché convincano Silvio Berlusconi a farsi da parte e a farlo subito perché la crisi del paese è sempre più drammatica. Incontrando i giornalisti al termine di una riunione prima con gli amministratori locali e poi con i segretari regionali, il leader del Pd ha detto. «Se c'è qualche persona responsabile e di buona volontà nella maggioranza batta un colpo perché continuare a dire 'si va avanti così' significa pugnalare il paese».
«Berlusconi deve togliersi di mezzo - ha aggiunto Bersani - per consentire ad un paese nei guai di affrontare i suoi problemi».

Roberto Giacchetti: è la conferma che il governo esiste solo sulla carta - «E' l'ennesima conferma che il Governo esiste solo sulla carta, ne traggano le giuste conseguenze». Così Roberto Giachetti, segretario d'Aula del gruppo del Pd alla Camera, commenta le quattro sconfitte del governo in Aula a Montecitorio durante le votazioni sulle norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani. Giachetti: Ne traggano le giuste conseguenze

Donadi (Idv): ci appelliamo a Napolitano perché faccia qualcosa  - «Il voto di oggi certifica un elemento acquisito da tempo: la maggioranza alla Camera non c'è più. Ormai da mesi, ogni volta che affrontano un voto su qualsiasi provvedimento, sono in grande difficoltà». Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi, dopo il voto a Montecitorio che ha visto la maggioranza battuta più volte.
«E' una situazione - insiste l'esponente dipietrista - ormai insostenibile per il governo. Se avessero avuto un po' di responsabilità avrebbero tratto le conseguenze da tempo.
Rinnoviamo l'appello al Presidente della Repubblica affinché, preso atto del deteriorarsi dell'azione di governo e dell'ormai insostenibile divario tra un'apparente maggioranza parlamentare ed il sentimento del Paese, invii un messaggio alto e forte alle Camere affinché si creino le condizioni per superare questa insostenibile frattura tra Paese e Parlamento».

Domani i poliziotti protesteranno davanti a Montecitorio - «La misura, per chi ogni giorno è chiamato a salvaguardare la sicurezza dei cittadini e di tutto il Paese, è davvero colma», affermano i sindacati che hanno promosso l'iniziativa di protesta. I poliziotti scendono ancora una volta in piazza domani per «denunciare pubblicamente la mancata attenzione del governo nei confronti dei loro diritti e del diritto alla sicurezza dei Cittadini». L'iniziativa di protesta è promossa dai sindacati Siap, Silp-cgil, Coisp e Anfp, alle ore 10, in Piazza Montecitorio - si legge in un comunicato sindacale congiunto - per «manifestare il dissenso dei poliziotti nei riguardi di un governo che con quest'ultima manovra finanziaria ha saputo prevedere ulteriori tagli alle risorse destinate alla sicurezza del Paese piuttosto che investimenti e che ha oltremodo offeso la specificità del loro lavoro non prevedendo a tal riguardo alcun sostegno economico ma tutt'altro».

I tagli sono insostenibili - Tagli per 600 milioni di euro che si vanno ad aggiungere al miliardo e 650mila già tagliato in precedenza che secondo i sindacati di polizia «sono cifre insostenibili».
A ciò si aggiunge la «volontà di non mantenere fede agli impegni presi in tema di riordino delle carriere del personale del Comparto Sicurezza ed al disinteresse verso l'obbligo di emanare il previsto DPCM finalizzato a consegnare ai poliziotti, per l'anno 2011, gli 'assegni una tantum' quali misure perequative del blocco degli assegni di funzione e degli automatismi stipendiali (di cui all'articolo 9 commi 1 e 21, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010)».
«La misura, per chi ogni giorno è chiamato a salvaguardare la sicurezza dei cittadini e di tutto il Paese, è davvero colma», affermano i sindacati che hanno promosso l'iniziativa di protesta.