«Cristiano Di Pietro è come il Trota»
Pardi: «Dobbiamo evitare il familismo, ci costerà voti al Nord». Di Pietro: «Mio figlio? Non è colpa sua se porta il mio nome». La Lega: «Renzo Bossi eletto con le preferenze»
ROMA - «Cristiano Di Pietro come il Trota: casi simili. Ma noi dobbiamo evitare il familismo». Lo ha detto alla Zanzara su Radio 24 il senatore dell'Italia dei Valori Pancho Pardi, commentando la candidatura alle regionali molisane del figlio di Antonio di Pietro, leader dell'Idv.
«E' sbagliato e inopportuno - ha spiegato - candidare Cristiano Di Pietro, indipendentemente dai meriti della persona. Noi, l'Idv, non possiamo apparire come interpreti del costume familista: quando in una famiglia c'è un eletto è meglio se gli altri aspettano, se no si da l'impressione di costruire una dinastia. In questo caso la dinastia Di Pietro. E' inopportuno».
Ne ha parlato con Antonio Di Pietro? «Sì, certo ho parlato all'esecutivo. La risposta del leader dell'Idv alle mie richieste non è ancora arrivata e la cosa non mi convince».
«Continuo ad essere convinto - ha concluso Pardi - che non facciamo una bella figura perché il partito deve essere superiore a queste cose. Credo che metà dell'elettorato italiano, quello del centro sud, è abituato a queste situazioni e le sopporta, ma credo invece ci costerà dei voti mancanti del centro nord».
Di Pietro: «Mio figlio? Non è colpa sua se porta il mio nome» - «Da dieci anni mio figlio Cristiano fa politica, non è nato ieri, ha quasi 40 anni, fa il poliziotto da 20, ha 3 figli e da dieci anni lavora in Idv. E' già stato eletto consigliere comunale». Così Antonio Di Pietro ospite ieri sera di Otto e mezzo ha difeso la scelta di far candidare suo figlio alle regionali in Molise.
«Non ci deve essere nessun vantaggio per il figlio di papà ma neanche chiedergli di cambiare nome - insiste il leader di Idv - Cristiano verrà valutato per quel che ha fatto e sa fare, giudicarlo per il padre è sbagliato, non è colpa sua se è nato col nome di Di Pietro».
La Lega replica a Di Pietro: «Renzo Bossi eletto con le preferenze» - «Si precisa che il Consigliere Renzo Bossi è stato eletto con 12.899 preferenze a Brescia. Il più votato in assoluto. A soli 22 anni, ha conquistato un numero di preferenze pari a tre volte quelle totalizzate dal secondo in classifica». E' la secca risposta che l'ufficio stampa della Lega dà ad Antonio Di Pietro.
«Renzo Bossi non è stato mai messo nel listino o nella lista bloccata come ha affermato erroneamente il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Non ha mai avuto un'elezione sicura in Parlamento. E contrariamente da quanto da lui affermato, ha sempre lavorato nel movimento», conclude la nota.