18 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Intervista al Corriere della Sera per il Vicepresidente di FLI

Bocchino: Si al confronto con Berlusconi

«Nel centrodestra le cose chieste da Fini sono già accadute». Bindi: «Il Governo vuole il pareggio di bilancio abbattendo il welfare»

ROMA - L'Italia sta vivendo un momento «delicato» e Italo Bocchino, vicepresidente di Futuro e Libertà, spiega al Corriere della sera: «Credo sia opportuno sederci al tavolo del Governo e ragionare insieme». Nessuna marcia indietro sulla rottura con il premier: «Noi di Fli - dice - su Berlusconi abbiamo già espresso il nostro giudizio. Auspicando, come si sa, un passo indietro. Ma visto che non ha alcuna intenzione di procedere in tale direzione, e visto che la nazione vive ore drammatiche, francamente non ci sembra il caso di continuare a litigare».
«Il tavolo è una metafora. Ci confronteremo in Parlamento, nelle commissioni... Già da giovedì prossimo», precisa il luogotenente di Gianfranco Fini, che però nega che i finiani si siano pentiti della rottura con il capo del Governo: a suo giudizio, è il centrodestra che si sta evolvendo nella direzione auspicata dal presidente della Camera. «Fini chiedeva tre cose, e tre cose, mi sembra, sono politicamente accadute», sostiene Bocchino con riferimento al coordinatore unico del Pdl (è arrivato Alfano segretario), alla verità sulla situazione economica, e al rapporto con la Lega, «problema - dice - che anche nel Pdl, in qualche modo, sta iniziando a emergere».

Matteoli: Il Governo può dire no all'Europa - Secondo il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli (Pdl) il Governo non è stato commissariato dall'Europa: «E' ridicolo», afferma in una intervista alla Stampa, «allora - commenta - cosa vogliamo dire , che la Cina ha commissariato gli Stati Uniti?».
«Semplicemente - sostiene Matteoli - ci sono state fatte delle richieste e il governo italiano deve dire se condivide o no. Ma è padrone di non condividerle». Il ministro vede «una gran confusione» negli atteggiamenti europei: «Non si può il giorno prima dire 'brava' all'Italia per i provvedimenti che ha preso e il giorno dopo chiedere di cambiarli».
In ogni caso, «l'Italia - sostiene Matteoli - era già perfettamente consapevole dei problemi e aveva in cantiere provvedimenti. Ora è stata costretta ad accelerare e avremo un Consiglio dei ministri per decidere il da farsi», anche se non si sa quando perché «non c'è ancora una convocazione».

Bindi: Il vuole abbattere il welfare - Rosy Bindi, presidente del Partito democratico, attacca il Governo per le scelte sulla crisi economica, «affida il risanamento - accusa in una intervista all'Unità - e addirittura la possibilità della ripresa della crescita, all'abbattimento del sistema del welfare intaccando pesantemente i diritti dei cittadini».
L'esponente democratica contesta anche gli annunci governativi sull'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione e sulla modifica dell'articolo 41 della Carta, che dovrebbe fissare una sorta di libertà totale per le imprese: «Non è modificando due articoli della Costituzione che si risponde alla drammaticità del momento». A giudizio di Bindi «introdurre l'obbligo del pareggio di bilanci in alcuni momenti storico-economici potrebbe essere controproducente» e inoltre «toccare, così come vogliono loro, l'articolo 41 rischia di essere una sorta di istigazione all'illegalità senza tradursi in una norma liberale».

Camusso: Tremonti dica dove troverà i soldi - La Cgil chiede chiarezza al Governo. Deve spiegare, afferma la sua leader Susanna Camusso, «se viviamo in un Paese commissariato e senza autonomia» e «quali sono le condizioni poste dalla Bce per acquistare i bond italiani».
Camusso, intervistata da Repubblica, sottolinea che «anticipare l'equilibrio di bilancio, con una manovra come questa, a crescita zero, ci costerà un altro punto di Pil, quindi fra i 1 6 e i 18 miliardi, oltre ai venti già previsti. Tremonti ci ha detto che è solo questione di tempi, ma ora ci deve dire anche qual è il costo aggiuntivo di questi tempi».
Secondo la sindacalista «il tema che ci viene imposto è quello delle entrate», e quindi della patrimoniale: «Diciamo - spiega - che una tassa straordinaria di quel genere garantirebbe il recuperare molte risorse e così facendo permetterebbe di abbassare gli squilibri».

Netto calo dei tassi sui titoli di stato italiani e spagnoli nelle prime contrattazioni sul mercato secondario dopo l'annuncio da parte della Bce di un deciso intervento sul mercato. Anche se ieri sera l'istituto di Francoforte non ha specificato quali titoli acquisterà, l'attesa dei mercati è comunque concentrata sui bond dei due Paesi, sotto estrema tensione nelle ultime settimane con tassi che avevano raggiunto livelli record.
Attorno alle 8 e 30 lo spread tra i Btp decennali italiani e i bund tedeschi era calato a 317 punti base.
Il rendimento dei Btp alla stessa ora era calato al 5,602% contro il 6,189% della chiusura di venerdì mentre per i titoli spagnoli il calo era a quota 5,507% contro il precedente 6,271%.