1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Governo | Maggioranza

Muro Pdl-Ministri a difesa di Berlusconi: non si tocca

Cicchitto: L'antiberlusconismo è l'unico cemento Terzo polo-Pd. Il «suicidio assistito» non ci sarà, con sfiducia perderanno loro

ROMA - E' un muro di no quello delle prime reazioni di ministri e dirigenti del Pdl alla iniziativa a tenaglia sui quotidiani di oggi dei leader di Terzo Polo (Fini, Casini e Rutelli) e Massimo D'Alema, affinché sia lo stesso partito del premier oggi rinnovato dalla segreteria Alfano a mettere fine alla premiership di Silvio Berlusconi, rendendiosi disponibile per un nuovo esecutivo d unità nazionale che metta in campo per prima cosa nuove misure anti crisi. E i primi a scendere in trincea a difesa del premier sono il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, insieme ai ministri Annamaria Bernini, Saverio Romano, Gianfranco Rotondi.

«Le tre interviste di Casini Fini e D'Alema - ha liquidato il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto - hanno un unico punto in comune: quello della contrapposizione pregiudiziale e frontale all'attuale governo, ma poi divergono nettamente nella soluzione politica per cui finiscono con l'elidersi. L'elemento di debolezza di tutte e tre queste prese di posizione deriva dal fatto che il 14 dicembre 2010 è stato fatto un tentativo di ribaltone che allora è fallito e che nessuno ha oggi la forza politica di riproporre. Allora secondo Casini e Fini l'attuale governo dovrebbe dimettersi sua sponte, indipendentemente dai rapporti di forza in Parlamento per una sorta di autonoma dichiarazione di resa fatta a prescindere dagli sbocchi politici successivi, cioè in sostanza una crisi al buio. Infatti D'Alema per parte sua mette in evidenza una tale volontà di contrapposizione frontale a quella che in modo sprezzante chiama «la destra» che non si capisce con chi e su che base si potrebbe comporre il governo di unità nazionale auspicato da Casini».
«Il governo Berlusconi, per parte sua - ha replicato ancora il presidente dei deputati berlusconiani - non e'stato fermo e non ha alcuna intenzione di star fermo in presenza di un quadro internazionale assai grave, specie nella componente statunitense, e anche di fronte alle forze sociali italiane che invocano una politica per la crescita. Molto recentemente il governo ha approvato il decreto sviluppo e la successiva manovra a testimonianza del fatto che è del tutto destituita di fondamento la tesi che il governo sta fermo e che ha sottovalutato la crisi economica internazionale in atto. Il governo anche nel passato ha cosi poco sottovalutato la crisi internazionale da aver preso una serie di provvedimenti per il taglio della spesa pubblica per cui è stato frontalmente attaccato proprio dal Partito Democratico che quindi in questo periodo dice tutto e il contratto di tutto».

«Casini chiede a Berlusconi di prestarsi a un suicidio assistito col pretesto dell'unità nazionale. Se il tema è il bene del Paese l'opposizione dialoghi col governo ma se invece il tema è cambiare il governo, - ha liquidato il ministro Pdl neodc Gianfranco Rotondi- aspettino le elezioni». «In politica spesso la forma e'anche sostanza. Cosi come gli avvenimenti - ha invitato a riflettere il ministro Pid Saverio Romano, parlamentare dei Responsabili- hanno valenze differenti a seconda della sequenza e della tempistica con la quale si presentano. Trovare questa mattina tre interviste a tre big nazionali su tre quotidiani diversi che vanno tutte a parare ad un unico concetto - mandare a casa Berlusconi - significa che il complotto antecedente il 14 dicembre di una lista di ministri sostenuta da una maggioranza indicata dal golpe di palazzo prescindendo dalla scelta dagli italiani, cova ancora nelle menti di qualcuno. Questo governo ha bene operato. Pertanto è necessario operare affinché giunga a termine naturale di mandato ponendo in essere quelle riforme di cui il Paese ha bisogno». «Perché mai - ha ribattuto ai leader delle opposizioni la new entry nella squadra di Berlusconi Annamaria Bernini - il premier Berlusconi ed il suo Governo dovrebbero fare un passo indietro - non dovuto - quando hanno fatto fare passi avanti al Paese? Mancano ancora due anni alla scadenza naturale del mandato a governare e a crescere che gli italiani ci hanno accordato nel 2008. Auspichiamo che le opposizioni depongano finalmente le armi della demagogia e della propaganda, che non può offuscare la realtà dei numeri della maggioranza, e finalmente imbocchino la via delle riforme condivise e della coesione nell'interesse del Paese. «Una analisi politica, per essere corretta, non può prescindere dalla realtà né tentare di calzarla forzosamente su conclusioni preconfezionate.

Parlare di pericolo per il Paese (allarme ciclicamente lanciato dal presidente D'Alema), di un governo a galleggiamento irresponsabile (come non senza interesse di parte adombra il presidente Fini), invocare un armistizio per un governo di unità nazionale (come ancora una volta propone il presidente Casini) - ha denunciato la ministra delle Politiche Ue- significa dipingere consapevolmente uno scenario diverso e dissociato dalla realtà di un Paese che ha bisogno di stabilità, non di polemica priva di proposte alternative. Il governo Berlusconi ha saputo porre in essere misure concrete -tangibili e consultabili sulla carta delle Gazzette Ufficiali- per stabilizzare i conti pubblici ed avviare azioni strutturali per lo sviluppo; contrastare la criminalità comune ed organizzata usando i proventi criminali per il bene della collettività; ridurre l'evasione fiscale; affrontare le emergenze su diversi palcoscenici internazionali promuovendo e valorizzando l'immagine del Paese in Europa e nel mondo; mettere l'Italia al -2_sicuro rispetto al rischio default cui oggi non è immune neppure una superpotenza come l'America. E l'elenco potrebbe continuare a lungo. Attraverso la manovra finanziaria del semestre europeo, varata anche con l'apporto responsabile delle opposizioni, si sono creati i presupposti affinché la nave Italia prenda il largo verso il mare aperto del rilancio». ««La posizione di Fini e Casini - ha fatto eco Francesco Pionati- è ridicola perché sono loro, ogni giorno ad attaccare il Governo invocando, al contrario, il senso di responsabilità». Se davvero tengono agli interessi del Paese - continua - la smettano di attaccare e lascino lavorare Berlusconi e Tremonti». Una crisi oggi sarebbe una follia - sottolinea il Portavoce di PT -perché l'unica cosa che ha evitato il peggio e potrà evitarlo in futuro è la continuità dell'azione di Governo». Altra cosa, come chiede Napolitano, è il confronto parlamentare per trovare le soluzioni migliori».