20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Mai abbassare la guardia sull'AIDS

In Italia incidenza medio-alta di nuove diagnosi HIV

I dati dell'ISS del 2009. Garaci: «In maggioranza malattia da rapporti sessuali»

ROMA - Mai abbassare la guardia sull'Aids perchè non è una malattia già sconfitta e che può essere dimenticata, nemmeno in Europa, nemmeno in Italia. Lo sottolinea Enrico Garaci, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, che oggi ha anticipato i nuovi dati del bollettino del Centro operativo Aids in vista della conferenza internazionale dell'Aids Society, i cui lavori si aprono oggi a Roma e finiranno mercoledì, alla presenza di oltre 6mila esperti provenienti da tutto il mondo. I dati italiani, infatti, in linea con il trend europeo, indicano che «nonostante i progressi compiuti, l'Italia mostra fra i Paesi dell'Europa occidentale un'incidenza di nuove diagnosi di Hiv medio-alta, con 2.588 nuove diagnosi pervenute nel 2009, per un totale di oltre 45mila diagnosi di infezione di HIV negli ultimi 15 anni».

La lettura di questi dati nel tempo racconta come è cambiato negli anni il target dell'infezione: «Non più in maggioranza tossicodipendenti - spiega Garaci - ma persone che contraggono l'infezione o che sviluppano la malattia in seguito a rapporti sessuali, sia etero che omosessuali». Un altro problema è quello del ritardo della diagnosi, soprattutto negli eterosessuali e negli stranieri, che spiega come la percezione del rischio, in particolare fra gli eterosessuali sia ancora bassa. Aumenta inoltre l'età mediana alla diagnosi, che arriva ormai intorno ai 40 anni.

Nel 2010 sono stati notificati al Centro operativo Aids 1.079 casi di Aids, per un totale di poco meno di 63mila casi di malattia dal 1985 al 2010, la maggior parte dei quali concentrati nella fascia di età 30-49 anni, ma con un aumento della la quota di casi nella fascia d'età 40-49 anni sia tra gli uomini che tra le donne. «Un dato - prosegue Garaci - che ci spinge ancor di più ad affrontare l'Aids a 360 gradi, come nella tradizione del nostro istituto, sia sul piano della sensibilizzazione e dell'informazione, come facciamo attraverso il telefono verde, sia a servizio dei cittadini e, ancor di più, attraverso la ricerca che da sempre portiamo avanti con i nostri dipartimenti e con il nostro Centro Antiaids, nel campo dei farmaci e in quello dei vaccini per conoscere e poter combattere più efficacemente la malattia senza perdere mai di vista l'obiettivo dell'eradicazione dell'infezione», conclude.