19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Riforma della Legge Elettorale

Il Pd chiede un passo indietro a Passigli e prepara ddl

Con Veltroni, Parisi e Castagnetti anche Prodi e Bindi, un fronte troppo ampio perchè Bersani potesse ignorarlo

ROMA - Il Pd prova a fermare le polemiche interne sulla legge elettorale, il partito presenterà un proprio disegno di legge al Senato, basato sulla bozza approvata dal coordinamento lo scorso giugno, e contemporaneamente chiede a Stefano Passigli di ritirare il proprio referendum. Il segretario Pier Luigi Bersani, raccontano, tutto avrebbe voluto in questo momento che una discussione fratricida su un tema lontano anni-luce dai problemi quotidiani e per questo ieri era sbottato contro Veltroni, Parisi e Castagnetti che minacciavano un controreferendum. I tre, però, si sono riuniti anche questa mattina e, forti del sostegno espresso da Romano Prodi a mezzo stampa e di quello di Rosy Bindi, hanno ribadito una condizione chiara a Bersani: se Passigli ritira il suo quesito, noi facciamo altrettanto.

Ha detto Parisi, dopo la riunione: «Prima di arrenderci alla conclusione che l'ultima strada rimasta è la promozione di un altro referendum, vorremmo capire come mai non si riesca a capire che per le forze rappresentate in Parlamento la strada maestra sarebbe dovuto essere il Parlamento». E Veltroni è stato ancora più esplicito: «Il referendum Passigli è quanto di più lontano dalla proposta Pd. In presenza di questo referendum, dunque, è inevitabile che ci sia un'iniziativa analoga in difesa del bipolarismo». Senza contare che Prodi, sulla Stampa, ha espresso chiaramente la sua posizione: «Io dico una cosa sola, sarebbe un errore abbandonare il bipolarismo». Una sola frase, che però era stata già anticipata nei giorni scorsi con l'adesione di tutti i suoi fedelissimi, da Sandra Zampa a Giulio Santagata, all'iniziativa di Parisi.

Un fronte troppo ampio perché Bersani potesse ignorarlo. Non a caso è stato proprio il segretario, dopo i toni duri di ieri («Mi sorprenderei se dirigenti Pd promuovessero referendum«) a dire, come chiedeva Parisi, che i democratici prenderanno l'iniziativa in Parlamento: «Noi presentiamo la nostra proposta. Ora parto per il Medio Oriente, al mio ritorno, tra dieci giorni, terremo una direzione sui temi della manovra e sarà l'occasione anche per discutere e approvare la proposta di legge del Pd sulla riforma elettorale».

Peraltro, Massimo D'Alema, che da tempo 'tifa' per una legge elettorale alla tedesca, molto simile a quella che uscirebbe fuori dal referendum Passigli, ha dovuto prendere in qualche modo le distanze, tanto più che secondo alcuni un uomo a lui vicino come Matteo Orfini, membro della segreteria, si è detto pronto a firmare il referendum. «Io non ho preso nessuna iniziativa, - ha detto D'Alema - guardo con favore a tutte le iniziative che mirano a cambiare questa legge elettorale - ha aggiunto - perchè non sponsorizzo e non aderisco, non firmo niente. Io aderisco alla proposta del Pd».

Contemporaneamente, il vice-segretario Enrico Letta avanzava formalmente la richiesta di un passo indietro a Passigli: «Il referendum rischia di fare danni - ha detto - rischia di generare più polemiche che altro, senza risolvere il problema della scelta degli eletti da parte dei cittadini. Anzi, togliere il premio di maggioranza uccide la possibilità di avere stabilità nella prossima legislatura». E la Bindi ha aggiunto: «Si vada avanti sul nostro ddl, piuttosto. Ma se c'è il referendum Passigli, ci sarà un altro referendum, promosso da cittadini e esponenti della società civile».

Passigli, interpellato al telefono, ha prima risposto con un «nyet», poi però ha aperto una possibilità: ok al 'disarmo' bilaterale, se però tutti accettano almeno di sostenere il quesito che chiede l'eliminazione delle liste bloccate, deprecate da tutti. Si vedranno nelle prossime ore gli sviluppi. I bipolaristi confidano anche in un ripensamento della Cgil, che proprio oggi si riuniva: Bersani, nel colloquio della scorsa settimana con Parisi, Veltroni e Castagnetti, aveva parlato anche di un intervento sulla segretaria Susanna Camusso per cercare di ottenere un profilo più basso dal sindacato. se si riuscirà a 'depotenziare' il referendum Passigli, come dicono alcuni 'bipolaristi', la questione sarà chiusa.