23 agosto 2025
Aggiornato 11:00
Intervista a TM News

Frattini: Entro agosto stop alle intercettazioni sulla stampa

Il Ministro degli Esteri: «Con Bisignani discorsi fatti mille volte, anche in pubblico»

ROMA - Non un decreto, ma «una buona legge» da approvare «entro agosto». Questo il piano del governo per impedire ai giornali di pubblicare in futuro le intercettazioni giudiziarie, alla luce delle paginate sugli atti dell'inchiesta sulla cosiddetta P4. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato da TM News.

«Spero che ci sia la possibilità di farla entro agosto» e «sarebbe un bell'esempio se tutte le forze politiche si mettessero insieme d'accordo» e la approvassero «con urgenza», ha sottolineato il titolare della Farnesina. «Ormai i buoni ormai sono usciti dalla stalla, bisogna far sì che queste vicende non si ripetano più. Una buona legge è necessaria nell'interesse di tutti» ha osservato Frattini.
Secondo lui, «il danno ormai è stato fatto, un danno consistente nell'usare intercettazioni stralciate dal magistrato - proprio perché irrilevanti - come strumento per incidere sulla politica, perché quando si riferisce come nel mio caso di conversazioni politiche, che poi io avevo ripetuto in privato e in pubblico molte volte, si fa né più e né meno che un'opera artificiosa di uso di intercettazioni vietate, cioè che non possono essere pubblicate né utilizzate».

La conclusione che ne trae l'esponente del Pdl, fra i principali contatti del faccendiere Luigi Bisignani, è che «ci vuole una buona legge che sia ispirata alle regole europee». «Quando un magistrato stabilisce che le intercettazioni si devono usare per il processo devono essere usate nel processo, quando a maggior ragione un magistrato le stralcia dal processo perché sono irrilevanti ovviamente la privacy scatta di nuovo e le intercettazioni vanno proibite» ha fatto notare Frattini, a chi gli chiedeva se la futura legge si tradurrebbe di fatto nell'abolizione della cronaca giudiziaria.

Quando poi sono state citate le intercettazioni dei suoi colloqui telefonici con Bisignani, in cui il ministro fa un riferimento esplicito alla possibilità di 'comprare' senatori proponendogli incarichi di governo, Frattini ha risposto: «Altri gliele offrivano, io dicevo che c'era il rischio concreto che si potessero offrire dei posti per far nascere un governo tecnico, cioè un governo di palazzo». «Fortunatamente siamo riusciti a evitare questo e io me ne compiaccio molto - ha proseguito - quindi le mie preoccupazioni erano fondate. C'è stato realmente il tentativo di fondare un governo tecnico di palazzo contro la volontà degli elettori, ma lo ripeto - ha concluso - queste cose le abbiamo dette mille volte, in pubblico e in privato».