28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
La crisi libica

Frattini: L'intervento in Libia costa 150 mln, è poco sul bilancio

«Obbiettivo con gli alleati della Nato è il cessate fuoco ben prima di Settembre»

LUSSEMBURGO - «Abbiamo un'idea molto puntuale del quadro e dei costi della nostra azione, che sono pari a circa 150 milioni di euro: non basterebbero certo a risanare la casse dello Stato». Lo ha detto oggi a Lussemburgo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano di commentare le critiche della Lega alla partecipazione italiana alla missione militare in Libia, della quale, secondo i leader del Carroccio, si potrebbero risparmiare i finanziamenti, ridestinandoli alla riduzione della pressione fiscale.

Quanto al «quadro» della missione, «è quello che hanno fissato gli alleati della Nato, prorogando le operazioni fino a settembre», anche se, ha ribadito, l'obiettivo a cui «stiamo lavorando» è quello di «arrivare a un cessate il fuoco ben prima di settembre.
Frattini ha tuttavia insistito sulla persistente necessità, per ora, della missione in Libia. Rispondendo a un cronista chiedeva se ritenesse possibile «vincere la guerra» solo con i raid aerei, ha osservato di non esserne affatto convinto: «Primo perché noi non siamo in guerra, stiamo applicando una risoluzione dell'Onu, e poi perché il nostro compito è quello di proteggere i civili . Abbiamo sensibilmente ridotto la capacità offensiva del regime di Gheddaffi, e ora sappiamo, con i documenti che sono stati ritrovati, che il Colonnello aveva dato ordini precisi sulla sorte di Misurata»: una volta presa la città ribelle «dovevano farne un mare rosso di sangue», ha concluso il ministro.