18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Martedì la decisione della Corte

La Consulta esamina il questito sul nucleare

Il costituzionalista Barbera: «La Cassazione ha sbagliato»

ROMA - L'associazione ecologista Fare ambiente è ricorsa alla Corte Costituzionale, che si riunirà in camera di consiglio il 7 giugno, contro i referendum sul nucleare, che vedranno gli elettori alla urne il 12 e 13 giugno. Secondo il presidente dell'associazione, Vincenzo Pepe, infatti, «c'è stata una vera e propria manipolazione che genera un conflitto di attribuzioni tra i poteri dello Stato».
Il quesito su cui si vota, infatti, «è diverso da quello proposto dal comitato referendario e su cui si sono raccolte le firme. I cittadini - è la tesi dei ricorrenti - che hanno sottoscritto la proposta referendaria hanno sottoscritto quel quesito e non altri, che ora invece sono oggetto di referendum. Una distorsione della volontà dei sottoscrittori».

VOTO ESTERO - C'è poi un altro problema, e riguarda «molti cittadini italiani residenti all'estero, che - è la denuncia - hanno già votato per corrispondenza su un quesito originale che all'ultimo momento è stato cambiato. Sarebbe come votare per un candidato che poi viene sostituito con un altro dello stesso partito».

BARBERA: «LA CASSAZIONE HA SBAGLIATO» - Quella dell'errore della Cassazione nel «cambio in corsa» dei quesiti è una tesi che convince anche il costituzionalista Augusto Barbera. «Il Parlamento, sulla base del decreto legge del governo, aveva infatti abrogato tutte le norme che consentono la produzione e l'installazione di centrali nucleari. Il quesito - ha detto Barbera - è stato trasferito su due norme che prevedono altre cose. Uno dei due commi che saremo chiamati ad abrogare è ancora più sorprendente, perchè tratta del piano energetico nazionale, e non fa cenno all'energia nucleare. Anzi, si parla di risparmio energetico, energie rinnovabili eccetera».

«ATTO DOVUTO» - Detto questo, la parola passa alla Corte che, chiamata lunedì a eleggere il suo nuovo Presidente, il giorno dopo sarà chiamata a pronunciarsi sul quesito del referendum sul nucleare come riformulato dopo la pronuncia della Cassazione: un passaggio che a palazzo della Consulta giudicano come un «atto dovuto», ma che potrebbe comunque riservare delle sorprese.