3 maggio 2024
Aggiornato 08:00
Si muovono le correnti del PDL

No di Berlusconi a un vice AN per Alfano

Summit dei colonnelli. La Russa-Gasparri vedono Matteoli: «Ok alla guida unica ma ci coinvolga»

ROMA - Come a Risiko, così si muovono le correnti del Pdl all'indomani della sconfitta elettorale. Un gioco fatto di alleanze e cambi di rotta improvvisi, intese granitiche e patti che durano lo spazio di una riunione. In queste ore sotto attacco si sentono soprattutto gli ex An, spiazzati dalla mossa delle dimissioni di Sandro Bondi e incalzati dall'incoronazione di Angelino Alfano alla guida del Popolo della libertà da un Silvio Berlusconi in trasferta rumena. Per affrontare le sfide e i rischi dei prossimi mesi, tra dei quattro ex colonnelli di An oggi si sono incontrati. Al summit hanno preso parte Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Altero Matteoli. Una riunione alla quale è seguito un nuovo, lungo faccia a faccia tra il ministro della Difesa e il capogruppo del Pdl al Senato.

Gli ex An devono ritrovarsi e restare uniti, è questo il punto di partenza della riflessione dell'area che fa capo ai due colonnelli dell'ex Destra protagonista. Tutte le anime provenienti dall'ex Alleanza nazionale devono tornare a raggrupparsi e a fare fronte comune per non diventare il capro espiatorio della debacle elettorale. Come fare, questa è la sfida che attende La Russa e Gasparri. I due colonnelli stanno provando a coinvolgere Matteoli, big pidiellino da mesi però fortemente critico per la gestione larussiana del partito e fresco di alleanza con Gianni Alemanno. Eppure, raccontano, sembra che qualcosa si stia nuovamente muovendo e Matteoli sia pronto a valutare il nuovo quadro. Anche perché sembra che il ministro delle Infrastrutture non sia affatto convinto della strategia del sindaco di Roma e dei suoi parlamentari, pronti secondo qualcuno a costituirsi in gruppo autonomo. Ma allo stesso momento da tempo chiedeva un coinvolgimento e non si sentiva più rappresentato dal coordinatore-ministro.

Risiko pidiellino - Di fronte alla possibile ascesa di Alfano alla guida unica del partito, la prima reazione dell'area maggioritaria dell'ex An - che alla Camera gode di un seguito capace di incidere in modo decisivo sulle sorti del governo - sarebbe stata quella di ragionare su un vice di estrazione aennina. Ma, secondo le stesse fonti del Pdl, la risposta di Silvio Berlusconi sarebbe stata negativa. Anche per valutare dunque le prossime mosse si è resa necessaria la riunione odierna, alla ricerca di un «coinvolgimento» della componente ex An nell'operazione restyling del Pdl, insieme ad eventuali contromosse nel risiko pidiellino.

Non sono sfuggiti inoltre alla componente dell'ex An i movimenti interni all'ala azzurra. Alfano mantiene un dialogo serrato con altri big del calibro di Fabrizio Cicchitto, Maurizio Lupi (che potrebbe sostituire l'attuale Guardasigilli alla guida del ministero della Giustizia) e Denis Verdini. In realtà, per quest'ultimo vale un discorso a se stante. Verdini è un berlusconiano di ferro, lavora per far restare il Cavaliere in sella e si trova al centro di ogni scenario della componente dell'ex Fi. Ma, raccontano fonti del Pdl, sarebbe stato sondato dagli 'scontenti' per capire che ruolo intenda giocare, soprattutto se Berlusconi dovesse chiedergli un passo indietro. Una 'rinuncia' che, secondo fonti pidielline, non sarebbe del tutto gradita dall'attuale coordinatore.