2 maggio 2024
Aggiornato 19:30
Il Premier difende l'Esecutivo

Berlusconi prepara una sorpresa su Irpef-Iva

Il Presidente del Consiglio a Porta a Porta: «Stop su legge elettorale e successore. Ma ex FI preparano lettera»

ROMA - E' mancato l'effetto sorpresa, l'annuncio in grado di fermare le rotative. In compenso, Silvio Berlusconi, ha speso buona parte della puntata di Porta a Porta nel tentativo di blindare l'esecutivo in vista di una possibile sconfitta elettorale ed esorcizzare lo spettro dei ballottaggi. Non era aria di annunci, almeno oggi. Come aveva dimostrato anche il breve passaggio dedicato dal premier al fisco nel corso dell'ufficio di presidenza del Pdl. Davanti ai suoi Berlusconi ha fatto balenare la possibilità di spostare parte del carico fiscale dalle persone alle cose, (in soldoni aumentando l'Iva e abbassando l'Irpef, decisione che deve però essere presa rispettando la situazione europea). Salvo aggiungere, un attimo dopo: «Dobbiamo pensarla bene, questa cosa, perché i commercianti potrebbero essere contrari».

In attesa di eventuali annunci sul dossier fisco, Berlusconi negli studi televisivi di Vespa ha voluto mettere in chiaro un paio di punti, a futura memoria e in vista del dibattito che si aprirà lunedì sera. Punto primo, termineremo la legislatura facendo le riforme che servono al Paese. Punto secondo, non esiste alcun piano B, neanche in caso di sconfitta. Anche perché, aveva detto in precedenza allo stato maggiore pidiellino riunito a Grazioli, non bisogna guardare al premier come al responsabile degli scarsi risultati del primo turno, ma alla scelta dei candidati. Una critica neanche troppo velata ai sindaci in corsa, anche a quelli in gioco per i ballottaggi.

«Il bipolarismo è la scelta migliore» - Nessuna autocritica, dunque, ma anzi il tentativo di stoppare sul nascere eventuali manovre anti premier fondate sulla modifica della legge elettorale: «Quello attuale è il miglior sistema per governare l'Italia. Il bipolarismo è il sistema migliore al mondo, quello che c'è in tutte le grandi democrazie». Inutile anche solo parlare di delfini o aspiranti tali, capaci di dar vita a un governo senza Berlusconi e senza voto: «In questo momento mi sembra molto difficile. Se mi venisse un colpo domani mattina il Pdl avrebbe un mio successore da proporre alla Lega». Salvo mostrarsi possibilità in linea teorica pochi minuti dopo, come fatto più volte in passato: «Sarei assolutamente disposto a farmi da parte se la contropartita fosse la ricomposizione di tutta l'area moderata e qualcuno riconosciuto come leader possibile da tutti».

Ma, nonostante i tentativi di ridimensionare la portata dei ballottaggi, è chiaro che nel Pdl molto si muove in vista di lunedì sera. Tra tensioni e posizionamenti, infatti, il partito guarda all'offensiva di Scajola, alle divisioni negli ex An, alla possibile nascita di un gruppo di Forza Sud. A far capire l'aria che tira ci pensano anche gli ex azzurri di Liberamente e della corrente scajoliana, pronti a sottoporre al Cavaliere una missiva sulla quale contano di avere il consenso di decine di parlamentari. Nella lettera si chiede tra l'altro a Berlusconi di cambiare un partito che non funzione e di riprendere in mano le redini del governo, a partire dalla politica economica che non deve essere delegata in bianco a nessuno.