28 agosto 2025
Aggiornato 11:00
Inchiesta con foto inedite

Strage di Viareggio, Unità: Presunti mancati controlli di Trenitalia

Quotidiano: «L'asse del carrello era arrugginito e le revisioni del Gatx forse false»

ROMA - Controlli ai carrelli del treno non effettuati e revisioni forse falsificate. Con un'inchiesta con foto inedite di componenti arrugginite del carrello sviato a Viareggio, l'Unità torna sul disastro ferroviario del 29 giugno 2009, nel quale morirono 32 persone a causa del deragliamento in stazione di un treno merci che trasportava un carico di Gpl.
Secondo il quotidiano - che cita anche documenti sui quali la Procura di Lucca sta svolgendo gli incidenti probatori - «se si fossero rispettate le regole» sui controlli al convoglio e su manutenzione e revisione la strage poteva essere evitata.

Il carro cisterna sviato a Viareggio, ricostruisce l'Unità, doveva essere controllato e sottoposto alla 'procedura di cabotaggio', cioè a un controllo particolare riservato al materiale rotabile prodotto all'estero che viaggia in Italia. Secondo l'Unità il compito di richiedere questo controllo era di Trenitalia Divisione Cargo e quello di effettuarlo era del 'Ce.s.i.fer', una struttura deputata alla sicurezza allora dipendente da Rete ferroviaria italiana.

Secondo il quotidiano qualche mese prima dell'incidente (febbraio 2009), Trenitalia presentò la richiesta di ispezione, ma solo per la cisterna e non per tutto il carro. Il controllo fu così eseguito dal Ce.s.i.fer. solo sulla cisterna, escludendo i carrelli, la struttura, i freni e gli organi di aggancio, ispezione che invece secondo la 'procedura di cabotaggio' si sarebbe dovuta eseguire.

Se fosse stata fatta, continua l'Unità, i tecnici si sarebbero accorti che nelle componenti del vagone qualcosa non andava e che, ad esempio, non era stata fatta la revisione dell'asse. Revisione che «forse» nel novembre 2008 è stata addirittura falsificata dalla ditta americana Gatx Rail Europe, proprietaria dei carri.

Subito dopo l'incidente di Viareggio, infatti, i magistrati scoprirono che l'asse collassato aveva una vistosa coltre di ruggine e pochissima vernice. Secondo l'ufficiale giudiziario Angelo Laurino, il componente presentava «della ruggine diffusa, sintomo di ossidazione pregressa e non di danneggiamento causato».