29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Mentre il Governo va 5 volte sotto alla Camera

Bossi: Leale ma non affondo con il Pdl

La maggioranza accusa il colpo delle amministrative e traballa. I Responsabili «avvertono» Berlusconi e non votano

ROMA - Governo battuto cinque volte alla Camera, Bossi che non si sbilancia su ripercussioni per il voto alle amministrative ma assicura che non si farà trascinare a fondo dal Pdl. Una maggioranza in ballo, che per il Pd di fatto non c'è più e che mostra crepe anche nel gruppo di sostegno Responsabili, assenti in Aula ai primi voti stamani e a rischio implosione.

La Lega non scopre troppo le carte. Per ora il Governo tiene, si illude - dice Umberto Bossi - arrabbiato più di tutti per la debacle al Nord, chi pensa ci siano conseguenze sul governo. Ma sul lungo periodo una cosa è certa, il Carroccio «non affonda con il Pdl». La maggioranza accusa il colpo delle amministrative e traballa, come provano i voti di oggi alla Camera: quattro sconfitte stamani, con la maggioranza sotto sulle mozioni per la situazione carceri; per Angelino Alfano, «normale rilassatezza» post amministrative. Ma il segnale è chiaro, e si ripete nel pomeriggio, con il Governo battuto su un ordine del giorno presentato da Italia dei Valori, relativo alla legge di ratifica della Convenzione di Oslo sulla messa al bando delle bombe a grappolo.

Il Pd chiede le dimissioni del Governo, per il segretario Pd Bersani «è un fatto che la maggioranza non regge». Il malessere è anche nei Responsabili, assenti in 12 stamani in Aula: traballano un po per l'esito del voto, un po per lo scontento degli esclusi dal rimpasto: il gruppo alla Camera potrebbe implodere ed è atteso per la prossima settimana il lancio di una 'federazione del Sud' da parte di alcuni parlamentari di Noi Sud, con l'obiettivo, subito dopo il secondo turno, di costituire un nuovo gruppo alla Camera di impronta meridionalista.

Intanto si guarda al ballottaggio e la maggioranza rinvia ad allora su tutti i fronti aperti: sul biotestamento, alla Camera, per evitare, ha spiegato il capogruppo Pdl Cicchitto, «tensioni» e «strumentalizzazioni» della campagna elettorale. Rinvio anche, sia al Senato che alla Camera, per la verifica sulla nuova composizione della maggioranza di governo chiesta dal Presidente Napolitano. E pure sull'atto di indirizzo per il pluralismo in tv, decisione questa presa in accordo con l'opposizione.