23 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Il Premier sarebbe «imbufalito»

Berlusconi e la doccia gelata dal Colle: Una cosa insensata

«Il Pdl ostenta sicurezza su numeri, ma preoccupa il test dopo le urne»

ROMA - I nove nuovi sottosegretari che hanno giurato ieri mattina nelle mani del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, forse non si aspettavano che a gettare un'ombra su uno dei giorni più belli della loro vita, arrivasse nel pomeriggio una nota del Quirinale di poche ma 'chirurgiche' righe, in cui si chiede che il Parlamento si esprima sulle "novità intervenute nella maggioranza che sostiene il governo". Parole che suscitano una piccata reazione del Pdl: di voti di fiducia - è il senso della replica - ce ne sono già stati, a cominciare dal 14 dicembre.

Silvio Berlusconi sarebbe semplicemente "imbufalito", anche perchè all'oscuro. Come i capigruppo del Pdl - "caduti dal pero" - in contatto con Gianni Letta prima di vergare una nota durissima contro il Quirinale. Un rapido giro di telefonate, poi la scelta di replicare a Giorgio Napolitano per quella che il Cavaliere avrebbe bollato come "una cosa insensata". Chiuso a Palazzo Grazioli, la prima reazione del presidente del Consiglio è stata di rabbia, perché una mossa del genere va "nella direzione opposta rispetto alla stabilità" tante volte auspicata, quella stabilità necessaria per affrontare temi cruciali come l'immigrazione e la vicenda libica.

E dire che Berlusconi, durante il 'battesimo' dei nuovi sottosegretari, aveva scherzato, dispensato barzellette sulla Guardia di finanza, lasciato intendere che il suo cammino politico è ancora lungo: "Non lascerò fino a quando non realizzerò le riforme che ho promesso porterò avanti dopo le amministrative". Poi la doccia gelata, che provoca la durissima nota dei vertici del Pdl: "Numerosi voti di fiducia, a partire da quello della svolta del 14 dicembre, hanno chiarito il quadro politico, con ripetute verifiche nelle sedi parlamentari". Come a dire, si tratta di un richiamo fuori tempo massimo.

Poi, certo, se voto dovrà essere voto sarà. Berlusconi da tempo mostra ottimismo sui numeri, "la maggioranza cresce e continuerà a farlo". E i vertici pidiellini giurano che da un eventuale passaggio parlamentare emergerà un centrodestra numericamente ancora più forte.

E però la tempistica un po' preoccupa, perché l'Aula di Montecitorio si è già aggiornata al 17 maggio, dopo le amministrative. E il timore è che eventuali tensioni post voto (e appetiti di Responsabili finora esclusi) possano prendere forma e sostanza fra i banchi della maggioranza. Toccherà a Gianfranco Fini e Renato Schifani iniziare a ragionare sulle modalità del passaggio parlamentare.