Frattini: La nostra missione è nell'interesse nazionale
«Altri paesi avrebbero potuto assorbire i nostri volumi d'affari»
ROMA - In Nord Africa, e soprattutto in Libia l'Italia aveva «una scelta obbligata che corrisponde a doveri morali, storici ma anche all'interesse nazionale concreto del nostro paese». Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ha motivato l'impegno militare italiano in Libia, prima del voto sulle mozioni alla Camera. Frattini ha sottolineato la necessità di «confermare e consolidare la presenza di migliaia di imprese italiane, piccole e grandi, che nei paesi del Nord Africa hanno costruito nei decenni scorsi una forte presenza con decine di migliaia di occupati italiani e locali e volumi di interessi che certo non possiamo trascurare».
L'alternativa all'impegno diretto dell'Italia nelle crisi, secondo lui, avrebbe significato «lasciare assorbire» tali volumi d'affari «da altri paesi nel quadro dell'aggressiva competizione globale esistente». «Tutto questo è interesse nazionale dell'Italia, intorno al quale la politica gli attori socio-economici dovrebbero con le istituzioni trovarsi uniti, e nel caso libico questo interesse nazionale è ancor più evidente» ha proseguito Frattini.
E' interesse dell'Italia, ha detto ancora il ministro, «essere protagonista e non relegata a un ruolo di secondo o di terzo piano per la costruzione del presente e del futuro nel Mediterraneo e nel nuovo Nord Africa. L'interesse a poter decidere e non soltanto subire, come sarebbe in ogni caso se l'Italia fosse emarginata, strategie per la prevenzione e il contenimento di flussi migratori provenienti da sud e naturalmente diretti alle coste più vicine dell'Unione Europea».
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