24 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Intervento alla Camera del Ministro

Frattini: In Libia mai forze di terra o di occupazione

Domani dal Contact Group un «passo avanti deciso» verso la nuova Libia

ROMA - «Dal capo dello Stato, al governo, al parlamento l'Italia dovrà essere unita nell'aiutare i civili che soffrono, nel dare ai libici la guida del loro destino, senza mai pensare a forze di terra e di occupazione nel loro paese». Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini in uno dei passaggi del suo intervento alla Camera, prima del voto sull'impegno militare italiano in Libia.

«L'obiettivo politico è che cessino il più presto possibile le azioni militari - ha assicurato Frattini - e dunque trovare insieme con gli alleati e la Nato il momento per la conclusione delle azioni mirate». L'Italia, ha detto ancora il ministro, vuole «che Gheddafi lasci il potere e che anche a Tripoli emergano dalla paura e dalla costrizione interlocutori capaci di lanciare con il Consiglio nazionale libico (Cnt) un processo di riconciliazione nazionale; un'assemblea costituzionale inclusiva delle realtà territoriali libiche; una road map per eleggere presidente e parlamento; una guida politica libica per i libici; un ruolo forte dell'Onu per accompagnare il percorso di pace e di ricostruzione».

Su questo Roma, domani in occasione del Gruppo di Contatto sulla Libia insisterà con i partner internazionali, «ascoltando proposte e suggerimenti anzitutto dei libici» ha spiegato Frattini, «dicendo 'no' a uno stallo militare o a un'escalation, ma confermando il nostro sì all'attuazione delle risoluzioni dell'Onu in cui pacificazione e cessate il fuoco sono l'obiettivo: l'azione militare è solo il mezzo».

«Pensiamo a una soluzione politica - ha ribadito il titolare della Farnesina - che con il coordinamento dell'Onu possa combinare la riconciliazione nazionale interna del paese con un'ancora più rigorosa applicazione dell'embargo economico e commerciale nei confronti del regime. Protezione dei civili, cessate il fuoco, conferenza nazionale di riconciliazione, blocco economico totale, aiuti umanitari. Nella proposta italiana vi è una combinazione di fattori concorrenti verso la soluzione globale per la Libia, questa sarà esaminata e discussa domani e mi auguro potrà far compiere un passo avanti deciso verso la nuova Libia democratica».