2 maggio 2024
Aggiornato 21:00
Raid su Tripoli

Frattini: le minacce libiche non ci preoccupano

Si combatte ancora a Misurata. Il porto è in fiamme dopo una serie di bombardamenti che hanno fatto almeno due morti

TRIPOLI - Sono proseguiti nella notte i raid aerei della Nato su Tripoli, mentre a Misurata, città ribelle assediata da due mesi, che si trova a 200 chilometri a est della capitale, il porto è in fiamme dopo una serie di bombardamenti che hanno fatto almeno due morti, secondo quanto hanno riferito testimoni locali. Oggi, nel giorno dei funerali di Saif al Arab, il figlio di Gheddafi ucciso nella notte tra sabato e domenica, il ministro degli esteri Frattini interviene sulle minacce del rais: non ci fanno paura.

Tre esplosioni hanno avuto luogo nella notte a Tripoli, in coincidenza del sorvolo di alcuni aerei della Nato nel cielo sopra la capitale libica. Secondo alcuni testimoni, le esplosioni si sono verificate nell'area est della città. Il regime libico ha accusato l'alleanza atlantica di volere eliminare il colonnello Muammar Gheddafi. In un raid compiuti nella serata di sabato, è stato ucciso uno dei figli del colonnello, Saif al Araba, assieme a tre nipoti del rais.

Sull'altro fronte, le forze governative continuano a bersagliare Misurata. Il porto, essenziale per l'approvvigionamento della città, i cui accessi via terra sono tutti chiusi, poco prima delle 18 di ieri è stato colpito da decine di razzi. Il bombardamento da parte delle forze pro-Gheddafi è terminato poi circa tre ore dopo. Successivamente diversi carri armati delle forze pro-Gheddafi hanno tentato di entrare in città.

In mattina il ministro degli Esteri Franco Frattini ha escluso che dopo l'annuncio della morte di Osama bin Laden potrà esserci una saldatura tra schegge impazzite del terrorismo internazionale e il regime di Muammar Gheddafi.«Non vedo legami e non vedo possibilità di saldatura» ha detto Frattini nel corso di un suo intervento a Mattina 5, precisando che anche le minacce rivolte dal leader libico all'Italia «non ci preoccupano assolutamente».

Sul fronte politico si attende a questo punto la discussione in parlamento e mercoledì il voto sulla mozione Libia. Daniela Santanché, sottosegretario per l'Attuazione del programma, ha minimazzato le tensioni all'interno del governo tra Pdl e Lega per la gestione dell'intervento italiano in Libia e ha annunciato che il premier Berlusconi ha raggiunto un punto di incontro con il Carroccio. «Berlusconi ha trovato la sintesi, non siamo preoccupati», ha detto Santanché