Tornado italiani in azione, la Nato punta su Zintan
Alleanza atlantica: con voi «grandi benefici». Frattini: «Convinti dai fatti»
ROMA - A meno di 24 ore dalla loro prima incursione aerea armata sulla Libia, i Tornado italiani hanno compiuto un nuovo raid contro obiettivi «selezionati» del regime di Muammar Gheddafi. Due velivoli in assetto Ids, dotati di missili Storm Shadow, si sono levati in volo, scortati da due caccia F-16, dall'aeroporto militare di Trapani Birgi. Top secret l'obiettivo da colpire assegnato ai velivoli italiani dai vertici dell'operazione Unified Protector. Potrebbe essere l'area di Misurata, che alcuni hanno indicato come la meta della missione di ieri. E' possibile, però, che i due Tornado abbiano partecipato a operazioni nell'area di Zintan e Yafran, città controllate dai ribelli ma prese d'assedio dalle truppe del colonnello. Proprio qui si concentreranno nelle prossime ore gli sforzi della Nato, secondo quanto riferito dal sottocapo di Stato Maggiore della missione, il generale britannico Rob Weighill. «Saranno una nostra priorità, vedrete i risultati nei prossimi giorni», ha affermato l'ufficiale.
D'altra parte, il nuovo impegno italiano in Libia è stato fortemente apprezzato dall'alleanza. Tutti gli attacchi compiuti dalla Nato, e a cui ha partecipato anche l'Italia, «sono andati a buon fine», ha detto Weighill, sottolineando come gli interventi degli aerei italiani abbiano portato «grandi benefici alle operazioni». «Nell'ultima settimana l'Italia ha partecipato ad attacchi che sono andati a buon fine», ha insistito nel corso di una conferenza stampa presso la base Nato di Bagnoli a Napoli. «Gli interventi degli aerei italiani hanno portato grandi benefici alle operazioni in Libia. Siamo grati all'Italia per il contributo fornito alla Nato fin dall'inizio delle operazioni, sia con la no fly zone che con l'embargo».
Se questo contributo sarà soggetto a ulteriori variazioni lo si apprenderà nei prossimi giorni. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa sta pensando a una sorta di «caveat» da imporre sull'impiego dei velivoli italiani. «Vogliamo che i nostri aerei non agiscano aria-terra nelle città, a meno che non debbano salvare civili sotto attacco da un pericolo grave e attuale», ha spiegato al Corriere. Di certo c'è che non si tornerà indietro. Perché «i fatti ci hanno obbligato» a cambiare opinione su Gheddafi, ha spiegato il titolare della Farnesina Franco Frattini, che ha autorizzato una nuova missione umanitaria per la cura e il trasporto di civili feriti.
Il rais prima appariva come un «interlocutore internazionale» e poi si è rivelato «un massacratore di civili», ha insistito il ministro. Per questo è stato necessario intervenire in accordo con la Nato e il Consiglio di sicurezza, che hanno fatto il resto e «convinto l'Italia». Tanto più, ha aggiunto Frattini, che «ancora oggi abbiamo visto stragi orribili... hanno tentato di minare il ponte a Misurata, far saltare per aria la gente... questo non si può accettare».
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