Frattini incontra a Roma l'inviato Onu Al Khatib
Mentre sui bombardamenti in Libia si impernia lo scontro fra Berlusconi e la Lega Nord
ROMA - Questo pomeriggio il ministro degli Esteri Franco Frattini incontrerà a Roma l'inviato speciale del segretario generale dell'Onu per la Libia, Abdelilah al Khatib.
Lo ha annunciato il ministro durante un'audizione davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. L'Italia ha insistito a più riprese in queste settimane sul principio che il «processo politico» che porterà al dopo-Gheddafi «debba far capo alle Nazioni Unite».
Scontro fra Berlusconi e la Lega - Intanto però sulla questione Libia e in particolare sull'annunciato inizio dei bombardamenti italiani è pieno scontro fra Berlusconi e la Lega che va a muso duro. «Il governo è in pericolo se non fa quello che deve fare, se si limita a far cose contrarie al sentire comune, alle nostre valutazioni». Ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni alla domanda se il governo sia a rischio. «Questo è l'unico pericolo che corre il governo - ha detto Maroni uscendo dalla sede della Lega di via Bellerio, dove ha incontrato Umberto Bossi. La decisione di bombardare per Maroni è «incomprensibile». «Su questa questione ho capito che ci sarà un dibattito in Parlamento» ha detto Maroni, e anche un voto: «L'opposizione mi pare che lo richieda a questo punto. E fino ad allora io non vedo possibilità per noi di cambiare la nostra linea».
Aerei ed equipaggi italiani sono pronti a bombardare in Libia in base. «Al termine di questa informativa (alle 16 del pomeriggio, ndr) saranno messi a disposizione della Nato per essere impiegati», ha annunciato il ministro della Difesa Ignazio La Russa insieme al capo della diplomazia Franco Frattini, ieri davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.
Nel pomeriggio, il partito di Bossi era sembrato conciliante: «La nostra non è una posizione contro il governo, è dentro il governo. Si mettano l'anima in pace coloro che fanno paragoni con il governo Prodi» (che cadde per un voto sul Kosovo) ha dichiarato il capogruppo leghista alla Camera Marco Reguzzoni. Maroni più tardi ha però corretto: «La linea è quella dettata da Bossi e illustrata oggi sulla Padania. Siamo contro la guerra, siamo contro le bombe. Dopo di che ci sarà un dibattito in Parlamento, lì vedremo, sentiremo, valuteremo, decideremo. Nel programma di governo - ha ricordato il ministro - non c'era 'noi bombarderemo la Libia'. Quindi noi temiamo su questo una posizione che è coerente con la nostra impostazione, i nostri principi, la nostra visione».
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