Frattini: Senza raid mirati lasciamo uccidere i civili
Il Ministro degli Esteri: «Gheddafi è un uomo solo che cerca vendetta»
ROMA - La decisione del governo di partecipare ai raid mirati della Nato in Libia è il «naturale sviluppo della scelta compiuta dall'Italia a marzo, secondo le indicazioni del Consiglio supremo di Difesa». Lo ha sostenuto il ministro degli Esteri Franco Frattini, in audizione davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.
Frattini ha sottolineato di condividere «fortemente» le valutazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo cui «non si può restare indifferenti» davanti alle stragi di civili compiute dal regime di Gheddafi. «Esclusa l'azione di terra, o colpiamo con singole azioni aeree mirate i carri armati di Gheddafi oppure lasciamo consapevolmente e volontariamente uccidere civili a centinaia, se non migliaia».
«Per questo non possiamo tirarci indietro, dobbiamo andare fino in fondo» ha proseguito il titolare della Farnesina, assicurando che la decisione del governo di «rendere ancora più flessibile» l'impegno militare italiano «si colloca dentro il perimetro delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza» dell'Onu, 1970 e 1973. «Oggi vi è una situazione difficile che si è creata sul terreno» ha detto ancora Frattini, che ha parlato di Gheddafi come di un «uomo solo contro tutti e desideroso di vendetta» che «mette a rischio l'unità della Libia». Il contributo dell'Italia all'operazione internazionale Unified Protector sarà «forte e decisivo».
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