19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Milano

Lassini lascia: via da lista dopo le forti pressioni del Pdl

L'annuncio dopo la bufera per i manifesti contro i PM di Milano

MILANO - «Ho rassegnato le dimissioni irrevocabili dalla lista del Pdl nelle mani del coordinatore regionale Mantovani». E' questo l'annuncio - fatto nel corso di una conferenza stampa - del candidato nella lista a sostegno di Letizia Moratti, Roberto Lassini dopo le polemiche seguite all'affissione dei manifesti anti-giudici.
La decisione è arrivata al termine di una lunga giornate di polemiche che ha visto l'ex sindaco al centro di forti pressioni da parte del suo partito. Dopo essere stato scaricato dai vertici del Pdl, Lassini, l'autore dei manifesti «via le Br dalle procure» apparsi per le strade di Milano nel pieno della campagna elettorale per le comunali, è stato messo in un angolo da Letizia Moratti. «La mia candidatura - ha detto il sindaco di Milano rinforzando la sua richiesta a Lassini di rinunciare alla corsa per un posto da consigliere comunale nella lista del Pdl - è incompatibile» con la sua. Un aut aut al quale l'interessato ha reagito chiudendosi in silenzio, per ora, nel suo studio legale di Busto Arsizio.

Dopo le parole di ieri del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è arrivata anche la presa di distanza del presidente del Senato, Renato Schifani, che in una telefonata a Luca Palamara, presidente dell'Anm ha bollato come «gravi ed ignobili» quei manifesti invitando il partito «a prendere le distanze, senza se senza ma». Le istituzioni si muovono dunque per stringere l'assedio all'ex sindaco democristiano di Turbigo, supportate anche dalla presa di posizione del partito. Con una lettera il coordinatore regionale del Pdl, Mario Mantovani, ha chiesto ufficialmente a Lassini il ritiro della sua candidatura: i manifesti «Via le Br dalle Procure» sono «una provocazione inaccettabile», scrive nella lettera Mantovani. «Comprendiamo - premette il coordinatore lombardo - il profondo disagio per aver subito, da innocente, una dolorosa carcerazione preventiva. Ma quella da lei intrapresa non è la strada giusta».

Il diretto interessato, tuttavia, in una intervista rilasciata a Repubblica era apparso inamovibile, ricorrendo anche a toni vagamente minacciosi: «Sono pronto a resistere - ha dichiarato - E se mi arrabbio ho tanto da raccontare». Sul fronte opposto Giuliano Pisapia, candidato sindaco per il centrosinistra, ha ribattuto alle affermazioni della Moratti sulla sua incompatibilità con Lassini dicendo che il sindaco uscente «non poteva fare altro». A suo parere Lassini non è però «un isolato, c'è una strategia politica incompatibile con la democrazia. E' ormai evidente che non si tratta dell'iniziative di un singolo, ma di una strategia che va avanti da mesi, sono chiare le responsabilità politiche dei vertici del Pdl locale e non per un messaggio rivolto a delegittimare la magistratura e avvelenare la campagna elettorale».