Da Berlusconi nuovo affondo. «Lodo Mondadori rapina mano armata»
«Mi azzannano da tutte le parti ma vado avanti. Vinciamo le amministrative e sistemo il Pdl»
ROMA - La platea non potrebbe essere più adatta: ex Dc ed ex socialisti, eredi dei partiti crollati dopo Tangentopoli, convinti - se è possibile più di lui - del ruolo politico dei giudici. Silvio Berlusconi arriva alla Convention organizzata da Gianfranco Rotondi, Stefano Caldoro e Carlo Giovanardi ed è subito standing ovation. E l'esordio la dice lunga: «E' bello - ha cominciato il premier - sentirsi attorno il calore di tante persone, perché anche se ti azzannano da tutte le parti e tu sei convinto di essere nel giusto», «vai comunque avanti per la tua strada».
E' partito così un discorso-fiume che è durato oltre un'ora e che ci ha messo ben poco a trasformarsi in un nuovo attacco ai giudici che sono complici della sinistra. Il presidente del Consiglio però, questa volta, ha fatto chiaramente capire che a turbare i suoi sonni non c'è soltanto il processo Ruby, ma anche la richiesta di maxi-risarcimento per la vicenda del Lodo Mondadori che ha definito una «rapina a mano armata».
Berlusconi ha accennato, in maniera generica, anche agli altri procedimenti a suo carico, spiegando di non essere preoccupato per l'esito, quanto per il «fango» che hanno gettato sull'immagine del Paese nel mondo. «Da 17 anni a questa parte - ha poi aggiunto - i giudici cercano di far fuori il sottoscritto perché la sinistra considera Silvio Berlusconi un ostacolo da rimuovere per riprendere il potere». Dunque, ha ribadito per l'ennesima volta, «la riforma della giustizia è indispensabile» e «bisogna separare» le carriere.
Ma è quando ha parlato della vicenda Mondadori che il tono è diventato più acceso. Berlusconi ha ricordato l'episodio della statuetta del Duomo e del tentativo di «farlo fuori fisicamente». Poi è partito l'affondo contro il giudice Mesiano e contro Carlo De Benedetti. «Ora contro di me - ha affermato - è in atto anche un attacco patrimoniale» perché «a Milano c'è un giudice di cui potrei dire molto, che ha formulato una sentenza a favore della tessera numero uno del Pd, De Benedetti, attribuendoci 750 milioni di danni per un lodo a cui la Mondadori fu costretta». Con il risultato - ha aggiunto il premier che ora all'azienda «che ha 252 milioni di valore, si chiede di risarcirne 750».
Berlusconi ha rinnovato il suo attacco contro il correntismo nella magistratura, e soprattutto contro Md, e verso la Corte Costituzionale che è diventata «un organo politico». Ma ha anche ribadito la volontà di dare un giro di vite all'uso delle intercettazioni perché ora - ha spiegato - ci troviamo in uno «stato di polizia».
Non è mancata anche la solita dose di ottimismo. Il Cavaliere si è detto sicuro di vincere le amministrative e ai piccoli cofondatori del Pdl che chiedevano maggiore rappresentanza negli organi decisionali, ha promesso: Dopo il voto «mi dedicherò alla riorganizzazione» del partito.
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