24 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Sisma Abruzzo

Napolitano all'Aquila: L'Italia non vi abbandona

Il Presidente della Repubblica ad anniversario. «Divergenze non diventino distruttive». Accolto e salutato da applausi. Con fuori programma su giustizia

L'AQUILA - Accolto dagli applausi al suo arrivo, salutato dagli applausi al momento del commiato e accompagnato dall'urlo salito dalla folla «Presidente non ci abbandonare», Giorgio Napolitano si è recato oggi all'Aquila per partecipare ad una messa commemorativa del secondo anniversario del terremoto che ha distrutto la città.

«Nessuno ha cancellato neppure per un momento dalla memoria la tragedia del terremoto che ha colpito questa bellissima città», ha dichiarato il capo dello Stato prima di prendere parte alla celebrazione liturgica presieduta dal vescovo Giuseppe Molinari e dall'ausiliare Giovanni D'Ercole. «La mia presenza qui è la conferma di come gli italiani siano stati e siano sempre vicini e solidali», ha detto Napolitano, che ha tenuto a rimarcare come gli aquilani non debbano avere «paura di essere dimenticati».

Le polemiche politiche sono rimaste lontane dalla mattinata aquilana di Napolitano. Ad accogliere il presidente della Repubblica erano presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, il presidente della Provincia dell'Aquila Antonio Del Corvo e il sindaco Massimo Cialente. Non ha destato sorpresa l'assenza annunciata del presidente del Consiglio Berlusconi. «Era previsto così», ha commentato il sindaco Cialente. Solo un uomo dalla folla ha esortato Napolitano, al momento del commiato dall'Aquila, a «cacciare fuori» Berlusconi.

Lo stesso Napolitano, intrattenendosi con i giornalisti prima della messa, ha messo in luce il fatto che sulla ricostruzione dell'Aquila «le divisioni sono state minime. Nel fuoco dell'emergenza c'è stata massima unità. Poi - ha aggiunto il capo dello Stato - c'è naturalmente anche la discussione che è sempre lecita all'interno delle istituzioni dove sono rappresentate le forze politiche ma innanzitutto i cittadini. È anche naturale che si discuta e vi sia diversità di giudizio e di opinioni - ha sottolineato Napolitano - l'importante è il senso della misura e il fatto che queste distinzioni non superino mai un certo limite e non diventino elemento distruttivo».

«Per questo - ha però tenuto a puntualizzare il presidente della Repubblica - ci vuole il massimo sforzo di chi ha la responsabilità di amministrare, di governare, di risolvere i problemi e di rappresentare le istanze dei cittadini». Quanto allo specifico della città dell'Aquila - ancora oggi, a due anni dal sisma, dominata da palazzi crollati, crepati e disabitati - Napolitano ha sottolineato che «deve essere chiaro che per noi L'Aquila vale quanto la più grande delle città storiche del nostro Paese» e che la città «non solo ha bisogno di lavoro, di studio e delle attività quotidiane dei cittadini ma anche della rinascita di questo bellissimo centro storico».

L'attualità politica ha però fatto irruzione nella visita di Napolitano quando, fuori programma, il presidente della Repubblica è stato interpellato da una donna all'uscita della Basilica di Collemaggio. Daniela Rombi - questo il nome della signora - fa parte di una rete di parenti delle vittime di tragedie note quanto irrisolte della recente storia italiana, dalla tragedia ferroviaria di Viareggio al terremoto di San Giuliano in Puglia. Madre di una ragazza morta a 21 anni a Viareggio, la donna ha fermato Napolitano contestando l'assegnazione del cavalierato all'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e, in riferimento al processo in corso a carico dei responsabili dell'incidente, ha chiesto al presidente della Repubblica di non firmare il provvedimento sulla prescrizione breve. «Glielo chiedo in ginocchio», ha detto interrotta da Napolitano che l'ha rassicurata: «Queste cose non me le deve dire perché conosco le questioni e le seguo come posso». In implicito riferimento al processo per la strage di Viareggio, Napolitano ha poi detto: «Attendiamo l'esito del processo».