3 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
Crisi libica

Oggi la riunione di Londra, Frattini: Basta divisioni

Cameron-Sarkozy: «Insieme per sostenere la transizione post-Gheddafi»

LONDRA - «Eliminare le distanze, trovare una soluzione condivisa non solo tra i quattro più grandi paesi europei, ma con tutti gli alleati». Più che un obiettivo, il ministro degli Esteri Franco Frattini l'ha definito un «dovere istituzionale» di tutti i protagonisti della riunione di oggi a Londra del cosiddetto «gruppo di contatto» sulla Libia.

FRATTINI - Nella giornata che ha preceduto l'incontro alla Lancaster House - a cui prenderanno parte una quarantina di delegazioni, fra i ministri della coalition of willings e le varie organizzazioni internazionali (Onu, Nato, Unione Europea, Unione Africana e Lega Araba in testa) - Frattini ha voluto attenuare i toni della polemica con la Francia sulla crisi libica. Non esiste nessun asse italo-tedesco che si voglia contrapporre a quello franco-britannico, ha precisato tornando sui contenuti della recente intervista a Repubblica, «sono idee che ho condiviso con altri colleghi» ha detto il ministro, aggiungendo di aver avuto una telefonata chiarificatrice con il collega francese Alain Juppé.

MASSARI - «E' una riunione che giunge in un momento importante, a uno snodo cruciale della crisi libica» ha illustrato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari ieri in un briefing, «siamo soddisfatti per la soluzione nel senso da noi indicato per la catena di comando che verrà accentrato nelle mani della Nato con centro operativo a Napoli. Siamo anche soddisfatti dell'andamento della missione sul terreno, per l'attuazione delle disposizioni della 1973 volta a prevenire catastrofi umanitarie e per la protezione civile libica» ha proseguito il diplomatico.
«Stiamo andando nella giusta direzione  - ha osservato Massari - stiamo iniziando a parlare con i nostri principali partner di alcune idee e principi per orientare l'azione della comunità internazionale nel dopo-Gheddafi». In cima all'agenda, hanno spiegato alla Farnesina, ci sono «gli aspetti che dovranno poi regolare il cessate il fuoco, la partecipazione inclusiva delle diverse componenti della società libica a questo dialogo di riconciliazione nazionale che è anche il presupposto per l'uscita dalla crisi».
«Il nostro obiettivo resta molto chiaro - ha sintetizzato Massari - vogliamo aiutare a costruire, con tutte le forze della società libica che risponderanno a parametri di democraticità e di rispetto degli standard internazionali, una Libia sovrana, democratica e unita». Alla riunione di questo pomeriggio a Londra - che servirà ufficialmente a fare il punto sull'applicazione delle risoluzioni Onu 1970 e 1973 - la comunità internazionale intende perciò «sostenere la transizione libica che seguirà dopo la violenta dittatura, aiutando a creare le condizioni perché il popolo di Libia possa scegliere il suo futuro» come hanno spiegato in una dichiarazione congiunta il premier britannico David Cameron e quello francese Nicolas Sarkozy, convinti che «l'azione militare non sia un obiettivo in sé».