27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Governo

Berlusconi a Colle senza rimpasto: dubbi su Romano e troppe nomine

Napolitano frena sulla moltiplicazione delle poltrone. Responsabili, è caos

ROMA - Erano stati allertati, sicuri di essere a un passo dalla nomina. E invece Saverio Romano e Giancarlo Galan, anche stavolta, hanno dovuto rimandare l'appuntamento con il ministero, dopo il colloquio mattutino fra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Silvio Berlusconi. Hanno pesato - riferiscono fonti del Pdl - i veti incrociati nella componente sempre più litigiosa dei Responsabili, ma anche i dubbi del Quirinale sulla soluzione annunciata alla vigilia, che prevedeva l'ascesa di Romano all'Agricoltura e di Galan ai Beni culturali. Oltre che sulla 'moltiplicazione delle poltrone'.

Le tensioni, fra le varie anime della terza gamba della maggioranza, sono palpabili da settimane. E sono emerse anche ieri, nei contatti tra i Responsabili e il Cavaliere. Il messaggio recapitato è stato chiaro: tutti hanno diritto di essere rappresentati, altrimenti in Parlamento ciascuno avrà mani libere. E così Berlusconi ha scelto di salire al Colle chiedendo al Presidente della Repubblica qualcosa che Napolitano difficilmente avrebbe potuto accettare, un maxi allargamento con l'ingresso contestuale di nuovi ministri e sottosegretari nella compagine dell'esecutivo. Un messaggio, quello della 'moltiplicazione delle poltrone', considerato da Napolitano poco indicato, soprattutto in questa fase. Così come non sarebbe piaciuta a Napolitano l'ipotesi di spacchettare qualche ministero per consegnare a esponenti della maggioranza nuove caselle. E comunque c'è un 'tetto' stabilito per legge all'allargamento della compagine di governo: se lo si vuole superare è necessario cambiare la normativa con un ddl.

Ma un altro granello sembra aver inceppato l'ingranaggio, sempre secondo quanto riferiscono le stesse fonti di maggioranza. Si tratta delle perplessità del Capo dello Stato, già anticipate da alcune ricostruzioni giornalistiche giorni addietro, rispetto alla scelta di Romano al ministero dell'Agricoltura, a causa dell'indagine che l'ha coinvolto a Palermo dopo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino. Questione che sarebbe stata fatta presente allo stesso Silvio Berlusconi. Riferiscono fonti del Pdl che la reazione di Romano sarebbe stata molto dura, rendendo ancora più confusa la situazione nella maggioranza, già provata dal 'caso' Scajola e dal pressing delle altre anime dei responsabili. Ed è cronaca parlamentare l'assenza in Aula di tre dei sei deputati del Pid, stasera a Montecitorio, che ha messo a repentaglio la tenuta della maggioranza, 'salvata' poi dal radicale Beltrandi.