19 aprile 2024
Aggiornato 06:00
WikiLeaks

Il soldato Manning rischia la pena di morte

Passò i file segreti al sito di Assange. L'accusa: «Aiuto al nemico». In realtà la pena di morte è un'eventualità piuttosto remota

NEW YORK - La pena di morte per Bradley Manning è ancora un'opzione. Lo hanno detto esperti di diritto militare all'emittente televisiva Cbs. Il soldato dell'esercito americano, sospettato di aver passato documenti riservati a WikiLeaks e sul quale pendono decine di capi d'accusa, rischia di pagare un prezzo molto salato qualora risultasse colpevole. Il comandante del Distretto Militare di Washington potrebbe - almeno in linea teorica - chiedere la pena capitale per il soldato 23enne, per il reato di «assistenza al nemico». In tal caso, se Manning fosse riconosciuto colpevole, la corte marziale potrebbe votare per l'esecuzione.

L'assistenza al nemico si configurerebbe probabilmente perché il passaggio dei segreti a WikiLeaks da parte di Manning ha reso di dominio pubblico informazioni segrete utilizzabili dai nemici degli Usa in Iraq e Afghanistan. Le carte dell'accusa non chiariscono a quali documenti divulgati da WikiLeaks si faccia riferimento, ma puntano il dito contro il giovane analista militare accusandolo di avere passato al sito di Assange più di 250.000 rapporti confidenziali del Dipartimento di Stato, comprese alcune riservatissime informazioni sulle guerre in Iraq e in Afghanistan.

In realtà la pena di morte è un'eventualità piuttosto remota, soprattutto perché la pubblica accusa ha fatto sapere di non essere intenzionata a chiedere la massima pena per il soldato, anche se prevista dal Codice di Giustizia Militare. Tuttavia l'avvocato Dwight Sullivan, che si occupa di giustizia militare, avverte: «Non è molto comune, ma neanche un'eccezione così rara, che un comandante dell'esercito ignori il parere dell'accusa». Il destino di Manning, dunque, è nelle mani del generale che ha in carico il processo.

L'esercito non ha escluso che altre persone possano essere coinvolte nel procedimento giudiziario. Un'indagine ancora in corso e fonti militari hanno rivelato alla Cbs che alcune falle nella vigilanza potrebbero avere favorito la fuga delle informazioni riservate.