Da Garimberti-Zavoli no al testo Butti sul pluralismo. Pdl: Andiamo avanti
Prossima settimana il dibattito, possibile testo a maggioranza
ROMA - Un no comune all'ultima versione del testo Pdl sull'indirizzo per il pluralismo in Rai. E' quello del presidente Paolo Garimberti, che avverte sul rischio sfiducia per l'azienda, e del presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, che pur chiarendo di non aver mai ceduto alla linea della maggioranza ma solo sollecitato l'opposizione a 'battere un colpo' oggi torna a ribadire il suo no all'ultima trovata Pdl, la conduzione a settimane alterne, niente Santoro se c'è Floris.
Rimette la palla in campo Zavoli, strenuo sostenitore di un testo condiviso per l'atto di indirizzo sul pluralismo, il primo dopo otto anni che la Commissione emanerebbe. Missione difficile però: le posizioni restano a distanza siderale, non solo nel merito ma a tutto campo. Il Pdl va avanti con la sua proposta, che Butti nel tempo ha modificato: via la 'norma Avetrana' sul limite di otto giorni per un tema in tv e quella 'Santoro' sul divieto di conduzione per chi abbia assunto incarichi politici, limitandolo però a due anni dalla sua cessazione. Poi la nuova stretta, con la conduzione a settimane alterne «per evitare posizioni dominanti». Avanti tutta quindi, perché il testo Pdl «non lede proprio nulla, cerca di migliorare una situazione insostenibile», dice Butti, quella della sinistra che «la fa da padrone in Rai», attacca Gasparri. Avanti anche senza che l'opposizione converga: del resto, dice ancora Butti, «non vogliono nemmeno ipotizzare una condivisione del testo». Il rischio dunque è che il testo passi a maggioranza, anche se dovranno essere presenti tutti i commissari, quando si voterà (ci sono solo 4 voti di scarto). Un rischio che Zavoli spera di scongiurare, invitando l'opposizione a partecipare ancora, emendando il testo Butti, che sulle settimane alterne non va: su questo il parere è «fortemente negativo» e «non c'è alcun 'cedimento'» dice il Presidente, che ieri aveva lasciato basita l'opposizione per la sua 'bacchettata' in Vigilanza. La linea del centrosinistra però non cambia: la prossima settimana saranno pochi o nulli gli emendamenti al testo, che se approvato a maggioranza sarebbe portato all'Agcom «perché si regoli di conseguenza anche per le emittenti private» dice il capogruppo Pd Morri.
Allarme forte anche dal Presidente Garimberti, che sul pluralismo aveva chiesto anche un dibattito in Cda rinviato proprio in attesa degli sviluppi sull'atto di indirizzo: se passasse la linea-Butti, avverte, «si potrebbe interpretare come un atto di sfiducia nei confronti della Rai, di tutto il suo Consiglio di amministrazione, del direttore generale, dei direttori di rete e testata e perfino dei cameraman visto che si stabilisce anche come si devono fare le inquadrature in controcampo». Un atto che potrebbe, in sostanza, arrivare a toccare l'autonomia editoriale dell'azienda.