24 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Scenari

Fini-Bossi affrontano il dopo-Berlusconi, Lega valuta un «exit strategy»

La svolta può arrivare dal caso Ruby, per ora il senatùr è attendista ma è inevitabile che ulteriori scossoni mediatico-giudiziari potrebbero cambiare prospettive e scenari

ROMA - Gianfranco Fini e Umberto Bossi affrontano gli scenari dell'eventuale dopo-Berlusconi dopo la bocciatura del federalismo in commissione: la Lega starebbe infatti valutando una exit strategy. Del fatto che Mario Baldassarri avrebbe votato di lì a poco contro il federalismo oggi ne erano consapevoli Fini come Bossi. Quindi i due, dopo un primo flebile e infruttuoso tentativo del senatùr per provare a smuovere il presidente della Camera, sono passati a discutere delle prossime mosse. Entrambi concordi su un punto, riferiscono fonti di Fli e del Carroccio: per ora tutto resta così com'è, ma è inevitabile che ulteriori scossoni mediatico-giudiziari potrebbero cambiare prospettive e scenari.

«Vota il federalismo e ti offro un patto di legislatura», è stata la proposta del ministro delle Riforme a Fini. «Noi non siamo contro il federalismo. Berlusconi faccia un passo indietro e ragioniamo insieme, il primo obiettivo è che lui vada via», ha replicato Fini. A quel punto il senatùr avrebbe obiettato: «Ma il federalismo è una cosa mia, non è una cosa di Berlusconi...». Secca la replica finiana, sempre secondo quanto riferiscono le stesse fonti: «Ma per noi Berlusconi è un ostacolo, chiunque premier purché non sia Berlusconi». Fini si sarebbe anche detto favorevole a una 'transizione' morbida, dicendosi pronto con Bossi a ragionare sul nome di un premier politicamente indicato dal Carroccio. Ma, almeno per ora, il ragionamento non sarebbe andato oltre.

Ma su un punto sembra che i due leader abbiano concordato: sulla preoccupazione delle vicende giudiziarie che stanno interessando il presidente del Consiglio. Il senatùr, riferiscono, avrebbe spiegato a Fini di aver scelto una posizione attendista, preoccupato da un'eventuale nuova ondata di rivelazioni. Tradotto, Bossi non ha intenzione di essere lui il killer politico di Berlusconi, ma se il premier fosse travolto dall'inchiesta Ruby non legherebbe il destino della Lega a quello del Cavaliere. Al quale Bossi continua a restare fedele, tanto da aver affacciato l'ipotesi di un 'salvacondotto' per il premier, di 'garanzie' politiche al Cavaliere in uscita. Se mai insomma la crisi dovesse rivelarsi irreversibile, la Lega ha già pronta la exit strategy: e il nome di Roberto Maroni sarebbe quello sul quale i due leader avrebbero ragionato in astratto. In astratto?