Stragi '93, oggi il pentito Spatuzza ascoltato a Firenze
Attesa per le rivelazioni forse anche di natura politica
FIRENZE - Ha tirato in ballo Francesco Tagliavia come nome di punta nella strage dei Georgofili: adesso, per Gaspare Spatuzza, è il momento di raccontare la propria versione dei fatti nell'aula Bunker del Tribunale di Firenze, dove è chiamato in qualità di testimone oggi e probabilmente anche il 5 febbraio. Tagliavia è imputato come «coautore» per la strage che nel 1993 distrusse a Firenze l'Accademia dei Georgofili, accanto al Museo degli Uffizi. Già condannato all'ergastolo per la strage di via D'Amelio, è stato raggiungo da un'ordinanza di custodia cautelare, nel carcere di Viterbo, dalla direzione distrettuale antimafia di Firenze: avrebbe organizzato e realizzato l'attentato, mettendo a disposizione alcuni esecutori e finanziandone le relative trasferte.
Spatuzza è il testimone più importante del processo: avrebbe dichiarato che la strage dei Georgofili sarebbe stata decisa in una riunione cui erano presenti, oltre allo stesso Spatuzza, i boss Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Giuseppe Barranca, Francesco Giuliano, Cosimo Lo Nigro e appunto Francesco Tagliavia.
Ma il processo fiorentino è teso a ricostruire un contesto storico e persino politico più ampio: alcuni «ci avevano dato il suggerimento» delle strage «per fare abolire il 41 bis, il carcere duro ai mafiosi, la legge sui pentiti», aveva detto nell'udienza del 18 gennaio il pentito Giovanni Ciaramitaro, ascoltato come teste nel processo a Tagliavia, citando le parole del mafioso Francesco Giuliano.
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