27 agosto 2025
Aggiornato 18:00
Il giallo della mobilitazione contro i giudici

Berlusconi prima si rivolge alla piazza poi ci ripensa

Decisivi i dubbi di Bossi e del Quirinale. Il piano sarebbe dovuto scattare qualora il Gip avesse dato il via libera al processo immediato

ROMA - Prima un'accelerazione, poi una brusca frenata. Si consuma così il 'giallo della piazza' nel Pdl, un «equivoco» frutto non solo di una serie di comunicati stampa in contraddizione tra loro, ma di una triangolazione politico-istituzionale che si è concretizzata nel pomeriggio.
Attori della vicenda il premier Silvio Berlusconi, riunito insieme allo stato maggiore del partito a Palazzo Grazioli, la Lega e il Quirinale. Sarebbero stati proprio il Colle e il Carroccio, attraverso due azioni di moral suasion distinte, a stoppare la chiamata alla piazza progettata nel corso del lunghissimo, e non ancora concluso, vertice di Palazzo Grazioli.

DECISIVA LA MEDIAZIONE DI GIANNI LETTA - Riferiscono diverse fonti della maggioranza che la decisione di lanciare una mobilitazione a favore del premier e contro le azioni giudiziarie sarebbe stata presa su indicazione dello stesso Berlusconi, insieme ai coordinatori e i capigruppo del partito. Un piano che doveva scattare davanti a un eventuale via libera del Gip al rito immediato chiesto per il premier dalla Procura di Milano. Dopo la decisione di anticipare l'attacco si sarebbero attivati i canali diplomatici con il Quirinale, che però avrebbe, secondo le stesse fonti, consigliato maggiore prudenza alla maggioranza, in linea con gli appelli degli ultimi giorni del Capo dello Stato preoccupato di un nuovo, durissimo, scontro istituzionale. A far da tramite sarebbe stato, come di consueto, il sottosegretario Gianni Letta, che ha lasciato la residenza romana del premier a vertice in corso. Lo stesso sottosegretario avrebbe espresso più di una perplessità sulla mossa annunciata dal Popolo della libertà con il primo comunicato stampa.