19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Bioetica

Botta e risposta Bersani-Casini sul voto di coscienza

Segretario Pd: «Su problemi antropologici evitare il referendum». Il leader dell'UdC: «Nessuno pensa ad un bipolarismo etico»

ROMA - Botta e risposta tra Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini sul voto di coscienza come soluzione alle decisioni che riguardano i temi eticamente sensibili. Il segretario del Pd si è detto contrario a «fare dei referendum» su argomenti così delicati e ha rivendicato il ruolo della politica e la sua capacità di mediazione proponendo «decisioni rafforzate». Il leader dell'Udc ha invece osservato che il voto di coscienza può essere utile in certi casi, ma ha precisato: «Nessuno pensa ad un bipolarismo etico, anzi io detesto chi usa strumentalmente questi argomenti, sappiamo bene che oggi esiste un neoclericalismo delle convenienze ma se vogliamo marginalizzare questi atteggiamenti allora non dobbiamo essere gelosi della libertà di coscienza».

«Non ho da chiedere voti alla Chiesa e credo non sia il caso di farlo, bisogna rispettarne la missione e l'autonomia» ma anche «la politica deve tornare a riflettere sul suo ruolo e sulla sua autonomia, sul suo mestiere di mediazione». Pier Luigi Bersani è intervenuto così durante la presentazione del libro di Massimo Franco C'era una volta un Vaticano. «La Chiesa - ha spiegato il segretario del Pd - ha il diritto e il dovere di partecipare alla discussione pubblica e ritengo sia una sciocchezza parlare oggi di dimensione privatistica della religione perchè essa ha indiscutibilmente un rilievo pubblico. A tutto questo però deve corrispondere un ruolo specifico della politica che non deve rinunciare al suo mestiere di mediazione», altrimenti il rischio è che «ci si trovi in una melassa di valori in cui non si capisce più niente».

«Nel mio partito ho la fortuna, non il disagio, di avere componenti culturali molto forti - ha proseguito il leader del Pd - e credo che la politica debba cercare di trovare una sintesi, non rifiuto il voto di coscienza ma il compito della politica è comporre anche su temi difficili, come quelli eticamente sensibile come la vita e la sua fine, negoziando e mediando, discutendo. Davanti a problemi antropologici andare a colpi di referendum sarebbe una pazzia. Io propongo di fare l'inverso: davanti ai temi etici servono decisioni rafforzate, altrimenti facciamo il bipolarismo etico e continuiamo ad azzuffarci come polli mentre le decisioni le prendono altri».