28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Esplode il caso Rai

Garimberti attacca il Tg1. Il Pdl: presidente fazioso: censuri Anno Zero

Il presidente dell'azienda a Minzolini: «Rispetto l'autonomia editoriale, ma ci vuole completezza nell'informazione»

ROMA - Rispetto dell'autonomia editoriale ma anche della regola sulla completezza dell'informazione. Lo ribadisce il presidente della Rai, Paolo Garimberti, interpellato sull'informazione del caso Ruby data dal Tg1 di Augusto Minzolini.
«Ho il massimo rispetto per l'autonomia e la libertà editoriale dei direttori di testata - premette Garimberti -, ma la regola che non ammette compromesso è la completezza delll'informazione.
Questo è il mio pensiero». Ieri se ne è parlato in Cda, ma nessuno scontro, precisa Garimberti: «C'è stato un confronto pacato come sempre».

LA RAI NON VA USATA PER STRUMENTALIZZAZIONI MEDIATICHE - «La Rai non può e non deve essere usata per strumentalizzazioni mediatiche che rischiano di portare a un unico nefasto risultato: l'esasperazione dello scontro in atto nel Paese». A quanto si apprende, è il pensiero del presidente della Rai, Paolo Garimberti, nel giorno in cui infuriano le polemiche sull'informazione del servizio pubblico sul caso Ruby, in particolare per il modo in cui la vicenda è stata trattata dal Tg1 di Augusto Minzolini e da Michele Santoro in Annozero.

LA LIBERTA’ EDITORIALE NON GIUSTIFICA OMISSIONI - «Io credo - avrebbe detto Garimberti conversando con alcuni collaboratori - che completezza dell'informazione, pluralismo delle opinioni e rispetto per la persona siano principi rispetto ai quali nessun genere di programma Rai, che sia un telegiornale o un approfondimento, può derogare».
Per Garimberti «non si può invocare la libertà della linea editoriale, che certamente va rispettata, per giustificare omissioni o faziosità di sorta». Il presidente della Rai ritiene che si tratti di «un momento particolarmente delicato della vita del Paese in cui bisogna, come ha ricordato oggi il presidente Napolitano durante la giornata dell'informazione, evitare di esasperare tensioni che possono solo aggravare il turbamento largamente avvertito.

UN UNICO COMPITO: INFORMARE I CITTADINI - Un compito che spetta, a maggior ragione, a tutti gli operatori della Rai, un'azienda che deve avere come stella polare l'interesse del cittadino a essere adeguatamente e correttamente informato».

CICCHITTO: GARIMBERTI UOMO DI SINGOLARE FAZIOSITA’ - «In una Rai in cui esistono trasmissioni squilibrate come Annozero e molte altre, con tesi precostituite e faziose, Garimberti con l'attacco reiterato al tg1 di Minzolini sta dimostrando, anziché di ricoprire il ruolo di presidente della Rai, di essere uomo di singolare faziosità». Lo afferma in una nota il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto.

LAINATI: AGISCE SECONDO UN PRECISO MANDATO POLITICO - «Ma quanto sono bravi i giornalisti della sinistra a dare lezioni di pluralismo e di correttezza dell'informazione nel servizio pubblico. Mentre nei programmi di approfondimento trionfano i manganellatori mediatici che adempiono ad un preciso mandato politico per colpire Berlusconi il presidente della Rai Garimberti scende in campo per criticare il Tg1 senza alcuna motivazione. Evidentemente anch'egli agisce seguendo un preciso mandato politico». Lo dichiara in una nota il deputato del Pdl Giorgio Lainati, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai.

PARDI (IDV): SE SANTORO NON CI FOSSE ANDREBBE INVENTATO - «Se non ci fosse Santoro bisognerebbe inventarlo. Il caso Ruby sta facendo il giro delle prime pagine di tutto il mondo - ha aggiunto - ma solo la televisione italiana in chiaro sembra non accorgersene. Se qualcuno vedesse solo i tg Mediaset non saprebbe nulla dell'inchiesta della procura di Milano. E non è che guardando il Tg1 ne capirebbe di più perché anche nel telegiornale di Minzolini la maggior parte delle notizie relative all'inchiesta sono occultate così da far passare una linea giustificazionista (basta guardare l'edizione delle 13.30 di oggi) che ha costretto addirittura il presidente della Rai Garimberti a un richiamo. Quindi - prosegue - ben venga una trasmissione come quella di ieri sera che ha avuto, finalmente, il pregio della chiarezza e in cui nulla è stato nascosto».
Per Pardi «gli italiani devono sapere, perché solo così possono formarsi un'opinione. Da Napolitano è giunto un sacrosanto richiamo all'autoregolamentazione, ma la sobrietà richiesta dal Colle non va confusa con la censura delle notizie. Non era di certo questo il senso dell'intervento del Capo dello Stato e nessuno può nascondersi dietro le sue parole per celare i fatti».