6 maggio 2024
Aggiornato 13:30
Premier a tutto campo

Berlusconi contro i giudici (anche) a Berlino. E stop larghe intese

Con Marchionne su Fiat. E sui conti pubblici «non c'è rischio di manovra correttiva»

BERLINO - I sorrisi li riserva per la banda militare che in una gelida mattina berlinese gli rende gli onori militari al suo ingresso nella Cancelleria. Un bacio e un 'ciao' di Silvio Berlusconi ad Angela Merkel, poi il bilaterale. Segue una conferenza stampa, stavolta senza sorrisi, breve ma dai toni forti, visto che alla vigilia della sentenza della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento il Cavaliere in trasferta attacca frontalmente i giudici, boccia l'ipotesi di una larga coalizione 'alla tedesca' e prende nettamente posizione sulla vicenda Fiat a poche ore dal referendum che deciderà il futuro di Mirafiori.

Al dossier economico il premier riserva l'incipit del suo intervento di fronte alla stampa, spargendo e invitando a spargere ottimismo per invertire l'andamento del sistema economico continentale. Segnali positivi già ci sono, aggiunge, occorre proseguire in questa direzione. Quanto all'Italia, assicura, non c'è il «rischio» di una manovra correttiva. Ma l'attenzione dei cronisti e del presidente del Consiglio si sposta rapidamente sulle vicende interne, a poche ore dalla sentenza della Consulta che inevitabilmente inciderà sul percorso del governo. Berlusconi ostenta prima distacco, è una legge che «non ho mai richiesto», «sono totalmente indifferente al fatto che possa esserci un fermo o meno dei processi che considero ridicoli», non c'è alcun «pericolo per la stabilità di governo qualunque sia l'esito della Consulta». Poi però è un crescendo di accuse contro i magistrati, con al fianco la Cancelliera tedesca.

Usa parole forti, Berlusconi, che culminano con un durissimo atto d'accusa alle toghe: «Spiegherò agli italiani di cosa si tratta, della patologia di un organismo giudiziario che, come ho detto anche alla cancelliera Merkel, si è trasformato in potere giudiziario esorbitando dal suo alveo costituzionale». Poco prima il premier aveva chiuso la porta a soluzioni di unità nazionale e di collaborazione organica con l'opposizione, proprio nel giorno in cui Gianfranco Fini aveva lanciato la proposta di un 'patto per l'emergenza'. «Non credo che in Italia ci sia la possibilità di una grande coalizione. Purtroppo non possiamo contare su una opposizione socialdemocratica, abbiamo un'opposizione divisa e senza idee, senza progetti e senza leader. Dentro questa opposizione non vediamo nessuna persona che possa essere presa sul serio e con cui sia possibile parlare in modo serio».

Anche di Fiat il presidente del Consiglio parla in conferenza stampa con Merkel, per esprimere il proprio sostegno all«ultimatum' di Sergio Marchionne: «Auspico un esito positivo per l'accordo Fiat tra sindacati ed azienda e, ove questo non dovesse accadere, le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in un altro paese». Il Cavaliere trova anche l'occasione per sostenere la candidatura del governatore di Bankitalia alla Bce, affermando: «Saremmo onorati se la scelta europea cadesse su di lui».

I due leader, insieme ai ministri impegnati negli incontri bilaterali e ai presidenti confindustriali, si riuniscono per una colazione di lavoro presso la Cancelleria. Fuori, al gelo, restano i due solitari contestatori con in mano due cartelli: 'L'Europa non ha bisogno di un Berlusconistan' e 'No al Paese di Berlusconia'.