Governo a rischio sul decreto milleproroghe
Mercoledì i primi voti al Senato, maggioranza in bilico anche sulle mozioni di sfiducia al ministro della Cultura Bondi e sul pluralismo televisivo
ROMA - Decreto milleproroghe, mozione di sfiducia al Ministro Sandro Bondi, pluralismo in Rai: si gioca su questi temi la sopravvivenza del governo Berlusconi nel mese di gennaio che oggi entrerà nel vivo con le conferenze dei capigruppo di Camera e Senato chiamate a mettere a punto il calendario della ripresa dopo le vacanze di Natale.
Il vero Vietnam l'esecutivo lo rischia sul decreto milleproroghe che contiene, tra le altre cose, i rilievi del Quirinale alla riforma Gelmini, i tagli all'editoria, la proroga per la regolarizzazione delle case fantasma, la sospensione dei versamenti di imposte e contributi per gli alluvionati del Veneto, il cinque per mille: temi delicatissimi di cui si occuperà da mercoledì prossimo, 12 gennaio, la commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, non esattamente un fortino sicuro per la maggioranza. Su 27 componenti della Commissione 11 sono del Pdl, 2 della Lega, 9 del Pd, Maurizio Saia di Fli, Giovanni Pistorio di Mpa, Gianpiero D'Alia dell'Udc, Pancho Pardi dell'Idv e Oskar Peterlini del Südtiroler Volkspartei. Fondamentale quindi l'atteggiamento di quest'ultimo grazie al quale la maggioranza di Pdl e Lega sarebbe sopra di un voto. Ma se pure il governo dovesse passare indenne la prova del Senato, a Montecitorio gliene aspetta una ancora più ardua perché nella Commissione competente, dopo l'uscita di Fli dalla maggioranza, l'opposizione è in vantaggio di due voti, cioè 25 (15 del Pd, 3 dell'Udc, 3 di Fli, 2 dell'Idv, 2 di Api) a 23 (17 del Pdl, 5 della Lega e Karl Zeller delle minoranze linguistiche).
Altri punti che potrebbero far vacillare la maggioranza e che sono sostanzialmente appesi alla decisione del terzo polo sono le mozioni di sfiducia al ministro della Cultura Bondi e sul pluralismo televisivo: messe in coda al calendario prima della pausa natalizia, oggi la conferenza dei capigruppo della Camera deciderà se riportarle a galla o archiviarle per il momento.
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