2 maggio 2024
Aggiornato 21:00
Il 2010 si avvia a conclusione

Fini, giudici e cricca: tutto Berlusconi in 12 frasi

L'anno è cominciato con la promessa che sarebbe stato l'anno delle riforme, finisce con l'impegno a portare avanti la legislatura fino al 2013

ROMA - E' cominciato con la promessa che sarebbe stato l'anno delle riforme, finisce con l'impegno a portare avanti la legislatura fino al 2013. A vederlo così, potrebbe anche sembrare che il 2010 di Silvio Berlusconi sia stato un anno di 'navigazione tranquilla'. Ma la cronaca insegna che le cose sono andate molto diversamente. Perché questi sono stati i mesi della rottura con Fini e della nascita di Fli da una costola del Pdl, della 'cricca' e della P3, del Lodo Alfano e del legittimo impedimento.

Ed ecco, in dodici frasi, il 2010 del Cavaliere.

13 gennaio «DA CERTI GIUDICI AGGRESSIONI ANCHE PEGGIORI DI PIAZZA DUOMO» Silvio Berlusconi torna alla 'vita pubblica' dopo un periodo di convalescenza per le ferite riportate in seguito all'aggressione di Massimo Tartaglia. E nel primo incontro con la stampa mette subito in chiaro che nel suo mirino ci sono ancora e sempre i giudici. Il dibattito è dominato dal cosiddetto 'processo breve', che fissa tempi certi per le diverse fasi di giudizio. Il provvedimento però si arenerà in Parlamento grazie soprattutto alle critiche dei finiani. D'altra parte il rapporto con il co-fondatore del Pdl mostra già evidenti segni di cedimento. Anche se, l'11 gennaio, Berlusconi affermava: «Per me non ci sono problemi», con Fini «ci sono tanti anni di leale collaborazione».

12 febbraio «CONTRO BERTOLASO UNA PERSECUZIONE INFONDATA» Le inchieste cominciano a colpire pesantemente uomini di governo. Il 10 febbraio a ricevere un avviso di garanzia è l'allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso nell'ambito di un'inchiesta sugli appalti del G8 che avrebbe dovuto svolgersi a La Maddalena e poi spostato a L'Aquila. Bertolaso offre le sue dimissioni, ma il premier le respinge. Non può dire altrettanto l'ex ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola che lascia il dicastero il 4 maggio in seguito alle 'ombre' intorno all'acquisto della sua casa al Colosseo. Le inchieste toccano anche il coordinatore del Pdl, Denis Verdini che viene indagato dalla Procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione per alcune irregolarità su alcuni appalti a Firenze e a La Maddalena. Ma il suo nome finisce anche nelle indagini sulla cosiddetta P3. Nel settembre 2009, Verdini avrebbe ospitato nella sua casa un incontro in cui si sarebbe delineata una strategia per fare pressioni sulla Consulta chiamata a decidere sul Lodo Alfano. Il 13 luglio Berlusconi commenterà sprezzante: P3? «Sono quattro pensionati sfigati».

30 marzo «GOVERNO PREMIATO DALLE REGIONALI, ORA AVANTI CON LE RIFORME». Il 28 e il 29 marzo si svolgono le elezioni regionali. Per la maggioranza rappresentano una specie di test di 'mid term'. Il risultato più sorprendente è la conquista da parte del centrodestra della Regione Lazio. Renata Polverini viene eletta Governatore nonostante alle elezioni non abbia concorso la lista del Pdl. «Colpa dei magistrati» sostiene Berlusconi. Causa di uno 'sbianchettamento' delle liste all'ultimo minuto rivelano i rumors di palazzo. La Lega domina in tutto il Nord e conquista due presidenti di Regione: Cota in Piemonte e Zaia in Veneto.

22 aprile «SE FINI VUOLE FARE POLITICA DEVE LASCIARE LA PRESIDENZA DELLA CAMERA» - Esplode lo scontro tra il premier e Gianfranco Fini. Inutili i tentativi di riconciliazione, i pranzi conclusi con promesse di patti di consultazione. Il 22 aprile va in scena, in diretta televisiva, la Direzione dell'ormai famoso 'Mi cacci'. Berlusconi e il presidente della Camera se le rinfacciano di santa ragione, formalizzando una rottura che fino a quel momento era stata oggetto solo dei retroscena politici.

27 maggio «NON HO NESSUN POTERE» E CITA MUSSOLINI - Tra i temi rimasti sullo sfondo di quest'anno, ma un po' di tutta la legislatura, c'è anche quello delle riforme istituzionali. Più volte Berlusconi si è lamentato del fatto che la Costituzione attuale non assegni al premier alcun potere se non quello di «redigere l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri». Così il 27 maggio, mentre si trova a Parigi per partecipare a un vertice Osce, per ribadire il concetto Berlusconi cita il Duce. «Ho letto i Diari di Mussolini nei giorni scorsi e - afferma - c'è un pezzo che dice 'dicono che ho potere, ma non è vero, lo hanno i gerarchi, posso solo dire al mio cavallo di andare a destra o a sinistra».

9 Giugno «IL DDL SULLE INTERCETTAZIONI OSTACOLATO DALLE LOBBY DI MAGISTRATI E GIORNALISTI» - Per il premier dare un giro di vite alle intercettazioni è da sempre una fissazione. Ma anche questa legge, come quella per il processo breve, non è riuscita a vedere la luce. E anche in questo caso a mettersi di traverso sono stati per lo più i finiani. Tanto che il 20 dicembre Berlusconi, pranzando con gli europarlamentari, parla di un patto tra il presidente della Camera e l'Anm: stop al ddl sugli ascolti in cambio di 'protezione'.

29 luglio «LE POSIZIONI DI FINI SONO INCOMPATIBILI CON I PRINCIPI DEL PDL» - Il 29 luglio, nel corso di un Ufficio di presidenza del Pdl, si consuma definitivamente lo strappo tra Berlusconi e Fini. All'indomani di quella che il presidente della Camera ha sempre definito una «espulsione senza diritto di difesa», nascono ufficialmente i gruppi di Futuro e Libertà. Tra i più forti attriti tra il premier e la terza carica dello Stato, anche la camapgna del Giornale sull'affaire Montecarlo, ossia sulla vicenda di un appartamento che era proprietà di An e poi finito in affitto al cognato dello stesso Fini.

2 agosto «ABBIAMO UN CAPO DELLO STATO DI SINISTRA, VUOLE DECIDERE GLI AGGETTIVI» - Non è stato un anno di rapporti facili tra il presidente del Consiglio e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Tra i motivi più forti di frizione: le norme in materia di giustizia, il decreto salva-liste e il 'ritardo' nella nomina del successore di Claudio Scajola al ministero dello Sviluppo economico.

30 settembre «ORA IL GOVERNO HA UNA MAGGIORANZA PIÙ AMPIA» - Il 29 settembre il presidente del Consiglio chiede in Parlamento la fiducia su un programma di cinque punti: sicurezza, federalismo, Mezzogiorno, fisco, giustizia. La fiducia viene votata anche da Futuro e libertà. Il governo ottiene alla Camera 342 voti, ma 'manca' l'obiettivo dell'autosufficienza e i finiani risultato determinanti.

26 ottobre «IL LODO ALFANO È UNA LEGGE OPPORTUNA E INDISPENSABILE» - Un'altra delle leggi in materia di giustizia rimaste in stand by in Parlamento. Lo scudo per le alte cariche, dopo la bocciatura da parte della Consulta, viene ripresentato in versione costituzionale. Ma il provvedimento è tutt'ora fermo al Senato. Nel frattempo, a tenere al riparo Berlusconi dai processi, è il cosiddetto 'legittimo impedimento' sulla cui compatibilità con la Carta, la Consulta si esprimerà all'inizio del prossimo anno.

2 novembre «MEGLIO ESSERE APPASSIONATI DI BELLE RAGAZZE CHE GAY» - Per il premier scoppia il caso Ruby, la vicenda della minorenne marocchina fermata dalla Questura di Milano e per il cui rilascio sarebbe intervenuto Berlusconi in persona con una telefonata. E' l'ennesimo scandalo che parte dalle abitudini private del presidente del Consiglio e finisce per investire il suo ruolo. E, in occasione della sua partecipazione alla Fiera del motociclo, il Cavaliere sceglie di difendersi con una frase che scatena una polemica. Non è l'unica gaffe del premier che gli complica la vita in questo anno: dalla barzelletta con bestemmia su Rosy Bindi agli sbarchi consentiti solo alle «belle ragazze» albanesi.

23 dicembre «NEL 2013 POTREI NON CANDIDARMI PREMIER» Berlusconi lo annuncia nel corso della conferenza stampa di fine anno, ma allo stesso tempo nega di essere pronto a cedere lo scettro del suo potere politico a uno dei suoi figli o di avere per sé ambizioni quirinalizie. Per palazzo Chigi ci sono «forze nuove». E per il Quirinale? Il 'solito' Gianni Letta.