19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Convention FLI

Fini: nessun traguardo è precluso

Bocchino: «Oltre appoggio esterno». Ronchi: «Errore imperdonabile». A ruba la maglietta con la scritta «Che fai, mi cacci?»

BASIA UMBRIA - A sentire Italo Bocchino oggi è giorno di fuochi d'artificio, colpi di scena e fratture, «Fini andrà molto oltre l'appoggio esterno al governo». Ad ascoltare Andrea Ronchi, pochi metri più in là in una sala stampa che diventa terreno di propaganda delle due anime futuriste, uno scenario del genere rappresenterebbe invece «un errore imperdonabile». Ancora falchi e colombe, dunque, a meno di un giorno dall'intervento pubblico di Gianfranco Fini alla convention di Perugia, culla del manifesto per l'Italia e vigilia del vero e proprio lancio di Futuro e libertà.

Due ali di militanti accompagnano l'ingresso in scena del Presidente della Camera nel padiglione nove del centro congressi. Lui parla tre minuti, in prima fila ascolta Elisabetta Tulliani. Non svela le carte, ma lascia intendere che il passaggio sarà decisivo: «Quello di oggi è davvero un momento unico e irripetibile, dimostra che in Italia c'è ancora la possibilità di una politica fatta unicamente di un ideale, senza interessi e carrierismi, all'insegna del bene comune». L'ambizione non manca, ad ascoltare Fini: «Domani 89oggi per chi legge, ndr) darò una chiara l'indicazione del cammino, ma possiamo già dire che nessun traguardo può esserci precluso. Quando c'è tanto entusiasmo e disinteresse, ogni interesse può essere raggiunto, abbiamo degli obiettivi ambiziosi, non ci limiteremo di vivere di rendita per il momento di grande successo che viviamo, abbiamo voglia di continuare e cominciare nel disegno di cambiamento della nostra patria». L'ex leader di An indica anche la prospettiva, centomila aderenti al manifesto, centomila fondamenta sulle quali edificare il nuovo partito.

Parla Bocchino, si dice certo che la Terza Repubblica sia ormai alle porte. Poi scende in sala stampa e rilancia: «Abbiamo progetti più ambiziosi dell'appoggio esterno e penso che Fini andrà molto oltre». Non spiega come, il capogruppo di Fli, ma avverte il Cavaliere: «Un patto di legislatura? E' solo una formula lessicale. Non c'è scritto con quale presidente del Consiglio, con quale maggioranza e con quale governo. Quando Berlusconi lo chiarirà lo valuteremo».

Parole che suonano diverse, diversissime da quelle di Pasquale Viespoli e Andrea Ronchi. Segno che a poche ore dalla nuova svolta finiana le sfumature non mancano. Adolfo Urso, in fondo, candidamente ammette: «Appoggio esterno o staccare la spina? Lo deciderà Gianfranco Fini dopo aver ascoltato il dibattito di oggi (ieri per ci legge, ndr)».