Riforma dell'Università a rischio
Il Tesoro stronca le modifiche della Camera. Il Governo punta a ripristinare il testo del Senato, ma Pd e Fli dicono no
ROMA - La Ragioneria Generale dello Stato stronca le modifiche apportate dalla Camera alla riforma dell'Università, la cui approvazione a questo punto diventa a rischio, se il Governo non riuscisse a trovare le coperture necessarie. Perchè se il Governo punta a tornare al testo del Senato, il Partito Democratico e Futuro e Libertà si oppongono. Il parere della commissione Bilancio è dunque slittato al tardo pomeriggio, e di conseguenza l'esame in commissione Cultura.
«Le modifiche per noi sono fondamentali, soprattutto quella sui ricercatori - spiega la finiana Chiara Moroni - e quindi il Governo deve trovare la copertura. Altrimenti, non c'è alcuna fretta di varare la riforma, si può aspettare la Finanziaria». Sulla stessa linea il Pd, che con Massimo Vannucci spiega: «Piuttosto che raffazzonare un testo che non sta in piedi, addirittura rinviando la sessione di bilancio perchè è questo che il Governo sembra voglia fare, tutto consiglierebbe di approvare Bilancio e Finanziaria con risorse certe e poi discutere le modifiche nel merito».
Il problema è che la scure della Ragioneria si è abbattuta con maggiore durezza proprio sul punto che più sta a cuore a Futuro e Libertà, ovvero l'assunzione dei ricercatori prevista nell'articolo 5 bis: oltre al parere contrario si contesta anche la quantificazione stessa dei costi, chiedendo l'acquisizione di una relazione tecnica. Ma praticamente tutte le modifiche sono state bocciate per mancanza di copertura: sulle circa 30 norme modificate, ben 20 hanno ricevuto parere negativo.
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