29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Il ricordo di Cossiga

Berlusconi: la Costituzione si può cambiare

L'affondo del Premier: «La Carta si può cambiare, per ammodernare lo Stato: per Cossiga non era un dogma»

ROMA - La Costituzione può essere modificata, «adattata» ai tempi e a un ammodernamento dello Stato. Tant'è vero che il presidente emerito Francesco Cossiga «da Capo dello Stato non esitò a picconarla». Il premier Silvio Berlusconi ricorda in un messaggio, letto nell'aula del Senato dal sottosegretario Gianni Letta, il senatore a vita scomparso ad agosto e fa sue alcune considerazioni politiche. Ma prima di tutto ribadisce di essere entrato in politica «per difendere la libertà minacciata da forze illiberali».
«Come imprenditore prestato alla politica ho deciso di scendere in campo per difendere la libertà minacciata da forze illiberali» scrive il Cavaliere impossibilitato a partecipare alla cerimonia a Palazzo Madama perchè convalescente dopo l'intervento alla mano. Berlusconi sottolinea che per lui «i valori e i principi che hanno ispirato l'azione di cattolico liberale» di Cossiga sono stati «preziosi» proprio nell'ottica della difesa della libertà nel Paese.

COSTITUZIONE «RIFORMABILE» - Infine il passaggio sulla Costituzione che, dice interpretando la riflessione politica di Cossiga, non è «un dogma ma una carta delle regole democratiche che riconosce al suo stesso interno la possibilità di essere adattata» e riformata ai tempi. «Un insegnamento - conclude - che abbiamo fatto nostro con il preciso impegno di introdurre quelle riforme istituzionali necessarie per ammodernare lo Stato e renderlo più efficiente».

TELEFONATA A FEDE - «Emilio ama l'Italia come me e non voleva e non vuole vederla governata dagli eredi del comunismo». L'omaggio a Emilio Fede è del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che, intervenuto in serata diretta a «Vite straordinarie» su Rete 4, non ha mancato però di dedicare una stoccata alla sinistra e ai pm politicizzati. Secondo il premier, infatti, Fede, da sempre «è stato sostenitore per le mie battaglie da imprenditore prima e da politico poi, contro una sinistra che dice che è cambiata ma che è invece sempre la stessa; che aggredisce gli avversari e si giova di magistrati politicizzati per ribaltare il consenso popolare dato ad altri». «Anche con Bersani - ha aggiunto - la sinistra resta illiberale». «Come me Emilio - ha concluso Berlusconi riferendosi a Fede - ama l'Italia e non vuole vederla governata dagli eredi del comunismo».