Caccia, Wwf: in 300mila non abilitati ad uso armi
Prima del 1967 non c'era l'esame, serve un'apposita abilitazione. Sotto accusa anche provvedimenti al varo in Liguria e Lombardia
ROMA - Tra il 30% e il 40% dei 900.000 cacciatori italiani ha più di 60 anni e non ha l'abilitazione all'uso delle armi. A lanciare l'allarme-sicurezza in ambito venatorio è il Wwf, che sottolinea come almeno 300mila cacciatori non abbiano una adeguata conoscenza delle leggi che regolano oggi la caccia o ne abbiano una conoscenza non aggiornata.
«L'incolumità dei cittadini è messa seriamente a rischio dato che oltre un terzo dei cacciatori italiani - rende noto Raniero Maggini vice presidente Wwf Italia - non ha mai sostenuto l'esame di abilitazione all'uso delle armi, avendo la licenza di caccia da più di 40 anni e all'epoca questa abilitazione non era richiesta. Non dobbiamo quindi stupirci se si susseguono ad ogni stagione venatoria gli incidenti di caccia»: lo scorso anno le vittime sono state 23 e 50 i feriti, ma in passato si sono avute sino a 80 vittime.
Prima del 1967, infatti, era sufficiente pagare le tasse governative e di iscrizione ad un associazione venatoria e il rilascio della licenza di caccia era automatico. «Questo ha permesso il transito in blocco, senza nessun filtro, di 300.000 persone di cui non si conosce nè preparazione, nè perizia nell'uso delle armi». Per questo che il Wwf chiede che anche questa quota di cacciatori si doti di apposita abilitazione.
Ancora, il Wwf mette sotto accusa due regioni, Liguria e Lombardia: la Liguria «si appresta a 'festeggiare' l'anno internazionale per la difesa della biodiversità introducendo la caccia al buio, con una proposta di legge palesemente incostituzionale». Martedi 28 settembre andrà infatti in aula in consiglio regionale la proposta di di estendere l'attività venatoria da appostamento fisso di mezzora oltre il tramonto.
I cittadini lombardi, invece, «rischiano di avere i cacciatori nel cortile di casa» se passeranno le modifiche alla legge caccia L.26/93 da martedi 28 in discussione in consiglio regionale. Le modifiche prevedono «in modo del tutto illegittimo, visto che la legge nazionale lo vieta di legittimare la pratica del trasporto di armi nei pressi di abitazioni e di strade vicinali ad uso pubblico senza che queste siano in custodia, senza rispettare le distanze di sicurezza fissata ora a 150 metri. Di fatto - conclude il Wwf - un cacciatore con un'arma pronta per la carica potrebbe passare vicino alle abitazioni mettendo in pericolo l'incolumità dei residenti».