Videomessaggio Fini, siti già in tilt da ore
Il Leader di Futuro e Libertà: «Democrazia a rischio». Berlusconi: «Teatrino, io lavoro»
ROMA - Il videomessaggio di Gianfranco Fini è previsto solo per metà pomeriggio, ma già dalla mattina i siti del network di Fli sono andati in tilt per il gran numero di contatti. Impossibile aprire la pagina del Secolo d'Italia, impossibile aprire quella di Libertiamo.it, l'associazione di Benedetto Della Vedova. Solo il sito di Generazione Italia per ora sembra reggere alla grande pressione del popolo web, anche se si 'carica' molto lentamente.
Ma i concetti che il presidente della Camera esprimerà nel videomessaggio sono già stati anticipati in un colloquio con Claudia Terracina del Messaggero: oltre a ripercorrere la vicenda della casa di Montecarlo, respingendo tutte le accuse, Fini denuncerà che in Italia «stanno accadendo cose gravissime e molto preoccupanti che mettono a rischio l'intero sistema democratico. E' un momento buio per la democrazia».
Berlusconi: «Teatrino» - Mentre si attendono le parole di Fini, arrivano quelle del 'duellante' Silvio Berlusconi. Anche per lui si tratta di un messaggio sul web, al sito dei Promotori della Libertà, in cui dice: «In questi giorni l'immagine che dà di sè la politica è davvero un disastro, è molto peggio del teatrino di sempre, del teatrino delle chiacchiere, degli insulti, delle falsità. Meglio lasciar perdere. Fuori da questo teatrino, il nostro governo invece, il 'governo del fare', ha continuato a lavorare in silenzio su cose concrete, nell'interesse di tutti gli italiani».
Fini: «Sfida all'ok Corral» - Al Messaggero Fini ha spiegato che la vicenda si risolverà con la 'morte politica' di uno dei contendenti: «Quella che abbiamo davanti - dice Fini - è una sfida all'ok Corral, un combattimento all'ultimo sangue, me ne rendo conto. Ma non mi lascerò sconfiggere senza combattere. Anzi mi batterò con ancor più forza» perchè - assicura la terza carica dello Stato - «non ho nulla da temere: è tutta una montatura, un falso bello e buono. La magistratura lo proverà, basta aspettare». Tanto che l'ipotesi di rassegnare le dimissioni, se dovesse essere provato che il proprietario della società off-shore a Santa Lucia è davvero il cognato, Giancarlo Tulliani, non esiste «perchè il fatto non sussiste».
L'Avvocato Ellero - E se ieri da Santa Lucia è arrivata la dichiarazioni del ministro della Giustizia secondo il quale la casa è di Tulliani, oggi a sostegno della 'verità' del presidente della Camera arriva la dichiarazione di un avvocato vicentino, ex senatore della Lega: «La casa di Montecarlo è di un mio cliente, e non di Giancarlo Tulliani». Ai microfoni di Cnrmedia, Renato Ellero spiega: «Non è mio cliente l'onorevole Fini, né Elisabetta Tulliani, né il fratello Giancarlo. Posso dire che il mio cliente non risiede in Italia», spiega ancora il legale, aggiungendo che si tratta di una persona tanto facoltosa da poter comperare «non solo l'appartamento al valore che gli viene attribuito da 'Libero' o 'il Giornale', ma tutto il palazzo». Chi non ha dubbi sul nocciolo della questione politica è Antonio Di Pietro: «Il problema di fondo è che c'è un presidente del Consiglio ricattatore e un presidente della Camera ricattato». Una situazione «anomala» arrivata a un punto tale che «Fini non ha più la serenità d'animo per presiedere in maniera imparziale la Camera dei deputati».