19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Riapertura della caccia

Sempre meno con la doppietta al braccio

Dal 1980 è crollo. In trent'anni -56%, nel 2007 erano solo l'1,2% della popolazione. I cacciatori sono più numerosi al nord

ROMA - Alla riapertura, oggi, della stagione venatoria in Italia tornano d'attualità i dati sugli amanti della doppietta, che negli anni continuano a calare e fanno segnare addirittura un crollo se si comparano i numeri con i decenni passati.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Istat, in Italia nel 2007 i cacciatori in possesso del tesserino sono 751.876 (l'1,25% della popolazione allora residente in Italia): erano 765.404 nel 2006, 792.032 nel 2005 e 806.395 nel 2004, 809.983 nel 1997. Mai, quindi, si era scesi così in basso.

I dati del 2007 segnano un crollo rispetto ai più vecchi disponibili (-65,8%), quelli del 1976 forniti dal partito Radicale, quando in Italia i cacciatori erano quasi 2,2 milioni. Scorrendo i numeri più 'ufficiali', nel 1980 l'Istat contava in Italia 1,7 milioni di cacciatori: da allora la diminuzione è del 55,8%. In trent'anni il settore ha subito un calo a volte non eccessivo, ma sempre costante. A fuggire dalle doppiette sono soprattutto i giovani.

A livello regionale, secondo l'Istat nel 2007 i cacciatori sono più numerosi al nord (274.543), poi viene il centro (244.723) e il sud (232.610). La regione nella quale vivono più amanti della doppietta è la Toscana (104.719), seguita da Lombardia (85.013) e Lazio (67.981). In fondo alla classifica Valle d'Aosta (1.525), Molise (4.176) e provincia di Bolzano (6.226).