19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Summit sul Lago Maggiore

Bossi: avanti senza Casini. Per ora niente voto

Il Senatùr dopo l'incontro con Berlusconi. Bocchino: «Bene, velleitario pensare di sostituire Fini con Casini»

LESA - «Si va avanti così senza Casini e senza l'Udc per realizzare il programma». Lo ha detto il leader della Lega, Umberto Bossi, lasciando villa Campari a Lesa, dove ha incontrato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. A chi gli ha chiesto se ci saranno elezioni anticipate, Bossi ha replicato: «No, al momento non si fa niente».

MARONI - Poco prima che Bossi lasciasse villa Campari è arrivato nella residenza di Berlusconi il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Lo stesso Maroni dal Meeting di Cl a Rimini aveva detto questa mattina di aspettarsi che dal vertice venisse fatta «un'analisi reale della situazione dopo i fuochi d'artificio estivi» e che «si definisca una strategia», per non trovarsi «impreparati». «Governo, maggioranza e Presidente del Consiglio - aveva auspicato Maroni in conferenza stampa - valutino che cosa fare se succede una certa cosa, se ne succede un'altra o si verifica un'ipotesi del terzo tipo...». Questo «per non essere impreparati: si facciano tutte le valutazioni».

STRATEGIA - Fino a ieri, il leader della Lega aveva ribadito l'esigenza di andare a elezioni anticipate come unico sbocco logico di una eventuale crisi di governo. L'impressione è che dal vertice sul lago sia emersa una «strategia» come richiesto da Maroni, e che questa strategia bocci la possibilità di allargare la maggioranza all'Udc (idea invisa alla Lega) e per il momento anche l'insistenza sul voto anticipato. L'unica strada sembrerebbe la verifica della tenuta della maggioranza attuale e l'approvazione dei 'cinque punti' del programma stilato da Silvio Berlusconi, da parte dei dissidenti finiani.

CICCHITTO - «Dalla riunione del Presidente Berlusconi con la Lega emerge l’intento positivo di continuare a governare tenendo conto del voto del 2008 e dei gravissimi problemi che si ripropongono a livello dell’economia internazionale. Di conseguenza i 5 punti recentemente proposti costituiscono la materia di una duplice verifica parlamentare: quella che deve avvenire attraverso una mozione, e quella che si estrinsecherà attraverso la presentazione di conseguenti disegni di legge». Lo ha affermato in una nota il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto.
«A questo punto si vedrà il senso di responsabilità dei finiani, fermo rimanendo l’esistenza di significative valutazioni politiche diverse su una serie di questioni. In questo contesto l’Udc rimane all’opposizione, ma certamente si deve prendere atto che essa ha una impostazione assai diversa da quella dell’Italia dei Valori e del Partito Democratico e che ciò potrà consentire la convergenza su alcuni temi molto significativi».

ALEMANNO - Le percentuali «per non andare a elezioni» anticipate sono «55 a 45%» ieri erano al «50%». Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a margine delle celebrazioni per il cinquantenario dei Giochi di Roma 1960. «Credo che sia importante che Berlusconi abbia raccolto il consenso di Bossi per un grande sforzo per evitare le elezioni», ha proseguito il primo cittadino della capitale sottolineando che «gli italiani devono sapere che non è per causa nostra che si può andare alle urne». Secondo Alemanno occorre «fare in modo che ci sia un grande richiamo di responsabilità da parte di tutti. C'è un programma da mandare avanti, votato dagli elettori, confermato dalle elezioni regionali. Attorno a questo programma si possono fare le riforme che sono necessarie per l'Italia».

BOCCHINO - Le parole pronunciate da Umberto Bossi dopo il vertice con Silvio Berlusconi piacciono al capogruppo di Fli Italo Bocchino: «Condividiamo le parole di Bossi, - dice raggiunto al telefono - non c'è ragione di andare a elezioni anticipate. Dopo la costituzione dei gruppi di Fli la maggioranza è rimasta invariata, quindi, non occorre andare alle urne».
«Noi - ricorda - facciamo parte del centrodestra e voteremo sempre la fiducia a tutti i provvedimenti che sono parte del programma di governo». Bocchino però ribadisce: «Su quei provvedimenti che non fanno parte del programma non siamo disposti ad accettare aut-aut, ma siamo pronti a discutere e a confrontarci». Di sicuro, avverte, sarebbe «velleitario pensare di sostituire Fini con Casini, anche perché va contro la volontà degli elettori». Un'ipotesi del genere «non interessa a Casini e non interessa neanche alla Lega».
Gianfranco Fini non annuncerà la nascita di un nuovo partito alla festa di Mirabello. Lo assicura il capogruppo intervistato dal Tg3: «Non è in programma per Mirabello l'annuncio di nessun partito, settembre sarà un mese delicato ed è bene che non ci siano scatti e strappi da parte di nessuno».

CESA - Intanto, sull'ipotesi avanzata dal Cavaliere di recuperare Casini al posto di Fini, interviene anche il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa: «Se qualcuno pensa che all'Udc interessi la politica dell'aggiungi un posto a tavola non ha capito proprio niente».

BERSANI - Il vertice Pdl-Lega non risolve nulla, non «bastano due chiacchiere sul lago Maggiore». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervistato dal Tg1, commenta così l'incontro di oggi tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi: «Non saranno due chiacchiere sul lago Maggiore a risolvere il disfacimento di questa maggioranza. Meglio che vengano in Parlamento a certificare la crisi, il Paese con i problemi che ha non può vivacchiare aspettando tutte le sere il bollettino meteo da Arcore».