29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
La polemica

Su Napolitano il Pdl non arretra: Berlusconi o elezioni

Cicchitto e Gasparri: «Di fronte a una crisi l'unica strada è il voto anticipato». Bossi: «Non esacerbare lo scontro». I Finiani e l'opposizione con il Colle

ROMA - Il Pdl non arretra dopo la dura replica di Giorgio Napolitano al deputato del Pdl Maurizio Bianconi, nella quale il Capo dello Stato aveva chiesto di procedere con l'impeachment di fronte alle accuse di 'tradire la Costituzione' che gli erano state mosse. Oggi a intervenire sono stati i capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. In una nota, i due esponenti del Pdl ribadiscono nella sostanza la linea già espressa nei giorni scorsi: di fronte a una crisi l'unica strada è il voto anticipato.

I CAPIGRUPPO PDL - «Nessuno sta forzando e nemmeno pensa di forzare la mano al capo dello Stato. Ma è indubbio - aggiungono Gasparri e Cicchitto - che nel nostro sistema bipolare i cittadini trovino sulla scheda anche il nome del premier. E ipotizzare governi tecnici o di transizione senza consenso elettorale sarebbe vista come una manovra di palazzo lontana dal mandato del popolo». E già stamane Cicchitto aveva precisato: le prerogative costituzionali di Napolitano «non possono non misurarsi» con il «dato nuovo» determinato dal fatto che «facciamo le elezioni indicando il nome del premier».

BOSSI - In precedenza era stato il leader della Lega Umberto Bossi a provare a gettare acqua sul fuoco: «Quando ci sono questi scontri tutto diventa caotico e tutti hanno un minimo di ragione. E' meglio non esacerbare lo scontro. Noi abbiamo bisogno di fare le riforme e di avere un presidente della Repubblica che non sia contro di noi».

BOCCHINO - E di «grave strappo istituzionale» parla invece il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, che aggiunge: «E' evidente che a Costituzione vigente i governi si formano in Parlamento e Napolitano non può assolutamente derogare a questa regola».

DI PIETRO - Dall'opposizione, intanto, si fa sentire il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, che definisce «insulti ricattatori» quelli subiti da Napolitano. «In una democrazia - sostiene l'ex pm - è possibile esprimere critiche nei confronti di chiunque perché altrimenti non ci sarebbe democrazia, ma ogni critica deve avere il limite del rispetto e della dignità delle persone e delle funzioni istituzionali che ricoprono». Per l'Udc parla il presidente Rocco Buttiglione: Non si forzi la mano al Presidente della Repubblica, è il suo appello. Rosy Bindi, presidente del Pd, dal canto suo rileva: «la Carta non è nella disponibilità del premier, neanche ad agosto».