L'altolà di Napolitano al Pdl: impeachment se tradisco la Carta
La nota del Quirinale dopo l'intervista di Bianconi sul voto: «Insinuazioni e pressioni». La replica del deputato Pdl: «Dal Colle reazione sproporzionata»
ROMA - Altolà del Quirinale alle «gratuite insinuazioni e indebite pressioni» del vicepresidente dei deputati del Pdl Maurizio Bianconi «al pari di altre interpretazioni arbitrarie delle posizioni del Presidente della Repubblica» sul ruolo di Giorgio Napolitano in vista di un'eventuale crisi di Governo e l'ipotesi del ritorno alle urne.
Con una nota ufficiale, il Colle afferma che Bianconi «si è abbandonato ad affermazioni avventate e gravi sostenendo che il Presidente Napolitano 'sta tradendo la Costituzione'. Essendo questa materia regolata dalla stessa Carta (di cui l'onorevole Bianconi è di certo attento conoscitore) se egli fosse convinto delle sue ragioni avrebbe il dovere di assumere iniziative ai sensi dell'articolo 90 e relative norme di attuazione. Altrimenti le sue resteranno solo gratuite insinuazioni e indebite pressioni, al pari di altre interpretazioni arbitrarie delle posizioni del Presidente della Repubblica e di conseguenti processi alle intenzioni».
Intervistato ieri dal Giornale, Maurizio Bianconi aveva affermato: «Giorgio Napolitano sta tradendo la Costituzione» e «smentisce se stesso, con un atto di incoerenza gravissima, dicendo no al voto anticipato e sì alla ricerca di un governo tecnico». Il vicecapogruppo del Pdl a Montecitorio esprimeva con questi termini il malumore nei confronti dell'intervista all«Unità' con la quale Napolitano Napolitano si era domandato: «Se si va verso un vuoto politico e verso un durissimo scontro elettorale quali possono essere le conseguenze per il paese?».
Parole cadute nel mezzo di un acceso dibattito tra chi prospetta che la crisi tra il Pdl e 'finiani' si debba concludere con il ritorno alle urne e chi vuole scongiurare questa eventualità. «Qualsiasi ipotesi secondo cui chi ha vinto le elezioni fa l'opposizione e chi le ha perse fa il governo viola l'articolo uno della Costituzione», ha detto ieri il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, gli ha fatto eco, affermando: «Non vi è alcun nervosismo nell'indicare come soluzione quella di ritornare alle urne nel caso in Parlamento la maggioranza uscita dal libero voto degli italiani non venisse confermata». Più esplicito il direttore del Giornale Vittorio Feltri, che ha intitolato l'editoriale di ieri 'Lettera al presidente che preferisce i ribaltoni al popolo'. «Il capo dello Stato, se viene meno la maggioranza che ha vinto le elezioni, deve prendere atto che gli elettori devono decidere quale sia la nuova maggioranza di governo», ha detto oggi il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. «Non può decidere una congiura di Palazzo».
La replica di Bianconi - Il protagonista della vicenda, Maurizio Bianconi, reagisce a stretto giro di posta alla nota del Quirinale. «Una reazione sproporzionata che mi lascia stupefatto», ha detto. «Non vorrei che si facesse 'buuu' per spaventare qualcuno, perché qua nessuno si spaventa». L'impeachment? «Non sono così imbecille da chiedere una cosa del genere».
Cicchitto: «Non chiediamo l'impeachment» - Sostegno ai quattro punti qualificanti o elezioni, senza passare per governi tecnici o di transizione. E' la linea del Pdl espressa dal capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto che, rivolgendosi al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, sottolinea che a differenza del Pci con Leone e Cossiga il Pdl non seguirà la linea dell'impeachment e afferma: «Questa valutazione politica di fondo la abbiamo sottoposta e la sottoponiamo, con il rispetto che sempre abbiamo avuto, alla riflessione del Presidente della Repubblica».
«Noi abbiamo il massimo rispetto per il presidente Napolitano e non seguiamo certamente la linea a suo tempo portata avanti dal PCI quando provocò le dimissioni di Leone malgrado che il suo comportamento fosse stato ineccepibile e quando cercò invano di raggiungere l'impeachment di Cossiga. Indipendentemente dalle espressioni usate dall'on. Bianconi, noi in tutti questi giorni, abbiamo riaffermato questa posizione di fondo: perseguiamo l'obiettivo positivo di ottenere la fiducia e il sostegno del Parlamento su 4 punti qualificanti sui quali si concentrerà l'attività del governo; invece, nel caso in cui questa fiducia della maggioranza del Parlamento non venga ottenuta, allora riteniamo che si debba andare al voto degli italiani e non si debba dar vita a governi tecnici o di transizione», sostiene Cicchitto.
Bindi: «Basta con il massacro delle Istituzioni» - Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi «metta uno stop immediato alle vergognose dichiarazioni di ministri del suo governo e parlamentari della sua maggioranza che stanno avvelenando il confronto politico. Basta con il massacro delle istituzioni»: lo afferma il presidente del Pd Rosy Bindi.
«Il Presidente della Repubblica ha fatto bene a reagire», prosegue Bindi in merito alla nota del Quirinale. «Non si può continuare con le offese o peggio con le minacce più o meno velate al Presidente Napolitano che in questi anni ha sempre dimostrato grande equilibrio e piena fedeltà alla lettera e allo spirito della nostra Carta fondamentale. Siamo solidali con il presidente Napolitano, certi che continuerà ad esercitare il suo ruolo di garante della nostra democrazia e della forma di governo parlamentare che la Costituzione prevede e che - conclude Bindi - Berlusconi non può pensare di cambiare in agosto mentre si sta dissolvendo la sua maggioranza».
Bocchino: «Deriva muscolare» - «Gli attacchi che giungono dal Pdl al Capo dello Stato Giorgio Napolitano sono un altro segnale negativo e allarmante di una deriva muscolare che tende ad aggredire le istituzioni poste a garanzia della Costituzione e della stessa democrazia italiana». E' quanto ha dichiarato Italo Bocchino, capogruppo di 'Futuro e libertà per l'Italia' alla Camera dei Deputati.
«Accusare in via preventiva - continua Bocchino - il Presidente della Repubblica di voler favorire governi alternativi a quello in carica è un tentativo di intimorire la più alta magistratura della Repubblica e costituisce un gravissimo vulnus che respingiamo con forza, esprimendo la nostra solidarietà sentita e convinta al Capo dello Stato».
«Quando una squadra in campo comincia ad aggredire gli arbitri - sottolinea Bocchino -, così come sta facendo il Pdl con Napolitano e Fini, c'è il rischio che la violenza verbale violi le regole democratiche e questo è oggettivamente preoccupante».
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