Nuovo scontro Fini-Premier, ora il Pd si prepara al voto
Ma restano i nodi da sciogliere su alleanze e leadership
ROMA - La sensazione che il voto anticipato potrebbe essere più vicino di ogni funesta previsione è arrivata anche dalle parti di Largo del Nazareno. Nelle ultime 48 ore, infatti, si è scatenato un nuovo scontro, a distanza, tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. La possibilità di rilanciare l'intesa nella maggioranza a settembre sembra decisamente più lontana se, come si è visto oggi, dal Pdl hanno ricominciato a chiedere le dimissioni del presidente della Camera e il Cavaliere ha chiamato i suoi militanti a mobilitarsi sul territorio. Ecco allora che il Pd comincia ad andare oltre la linea del governo di transizione su cui si era assestato da quando si è aperta la crisi nel Pdl e fa sapere, attraverso le dichiarazioni di diversi esponenti del partito, di «essere pronto anche alle elezioni anticipate».
Oggi in un editoriale dal titolo quanto mai eloquente 'La paura di votare non conviene al Pd', Ilvo Diamanti ha fatto un'analisi spietata degli errori commessi dal centrosinistra e dai suoi dirigenti, ultimo della serie, proprio quello di dare l'impressione di non volere le elezioni. Ma Vasco Errani puntualizza: «il Pd non ha paura delle elezioni ma dobbiamo costruire le condizioni perchè i cittadini scelgano i parlamentari e si torni a una dialettica democratica sana». E dunque «proponiamo un governo di transizione che affronti una questione fondamentale: questa legge elettorale è un problema per il paese, cambiamola, per dare la possibilità ai cittadini di scegliersi il governo». Il coordinatore della segreteria di Bersani, Maurizio Migliavacca, va oltre: «Se la crisi dovesse portare ad elezioni anticipate per il Pd si tratterebbe di giungere ad una proposta fondata sulla sintonia delle forze di centrosinistra e aperta a tutte le forze di opposizione che hanno a cuore la democrazia e il superamento del berlusconismo, per una nuova stagione della vita politica della Repubblica».
ALLEANZE - Delle alleanze infatti dovrà preoccuparsi il Pd se effettivamente si voterà prima della scadenza naturale della legislatura, tema su cui non tutti i dirigenti la pensano nello stesso modo: per il lettiano Francesco Boccia «sicuramente il centrosinistra deve avere una proposta comune in grado di rivolgersi anche quelle forze di opposizione, compresi naturalmente Fini e Casini, che credono sia ora di aprire una nuova fase per la storia democratica del paese». Mentre da Area democratica, Gero Grassi giudica un errore puntare tanto sul terzo polo: «Udc e Futuro e Libertà difficilmente potranno lavorare fianco a fianco per dar vita ad un progetto politico solido e duraturo. Ci auguriamo che qualcuno abbia l'intelligenza di capire che non è disperdendo le forze che si combatte l'attuale Governo di centrodestra». E la leadership? In campo ci sono già Nichi Vendola e Sergio Chiamparino: «Non capisco perchè anticipare i tempi - dice Errani -. Ora il primo obiettivo è fare in modo che in Parlamento si traggano le conseguenze della crisi politica del centrodestra, ma per me Bersani è una risorsa fondamentale per il Pd e per il centrosinistra».
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