24 aprile 2024
Aggiornato 10:30
La strategia

Berlusconi, il piano per il Governo

A settembre sfida su giustizia, fisco, federalismo e Mezzogiorno. Il Premier incalza i suoi: «Dovete diventare sezioni elettorali»

ROMA - «Ci rivediamo tutti dopo ferragosto». Silvio Berlusconi ha deciso di non concedere molte ferie allo 'stato maggiore' del Pdl che ha riunito ieri a palazzo Grazioli.
Per la verità il premier ha ripetuto che di vacanze ne farà poche anche lui. «Mi concederò cinque giorni - ha raccontato - uno per andare a trovare ogni figlio». Poi, ha garantito, testa su governo e maggioranza. Stando più ad Arcore che a Roma, con un doppio programma: di giorno dieta e cura della persona e della salute, di pomeriggio lavoro.

Durante il vertice, il Cavaliere è tornato a sfogarsi contro Fini e i finiani. Dicono che saranno leali con la maggioranza - sarebbe stato il ragionamento - voglio proprio vedere. Di certo il presidente del Consiglio ha spiegato che non intende più tollerare un atteggiamento come quello che ha portato mercoledì all'astensione su Caliendo. Berlusconi - raccontano - davvero vorrebbe evitare che si arrivi alla crisi, anche perchè davanti ai suoi occhi si aprirebbe un sentiero lastricato di incognite.

Ed è pur vero che durante l'incontro il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha svolto una specie di relazione per spiegare che dal punto di vista economico il peggio è passato e che il Paese potrebbe reggere una crisi di governo anche alla vigilia della sessione di bilancio, ma quello non è l'unico problema. C'è anche quello di un partito troppo debole al Nord che rischia di essere 'fagocitato' dalla Lega. E anche al Sud si potrebbe pagare una politica a volte apparsa filo-settentrionale, per non parlare della situazione ancora appesa in Sicilia. E, ancora, senza considerare che, se alle elezioni si presentasse un terzo polo, il Senato - a legge elettorale vigente - potrebbe diventare fotocopia di quello che fu dannazione di Romano Prodi. E quindi, sarebbe stato il ragionamento maturato a palazzo Grazioli, forse non è il caso di avere tanta fretta di andare a votare. O almeno non a novembre. Prima bisogna rimettere mano al partito. Ed è in quest'ottica che Berlusconi avrebbe spiegato che tutti devono impegnarsi ad andare avanti, ma che bisogna farsi trovare pronti come se le elezioni si tenessero domani.

D'altra parte, una volta che i 'big' del partito gli hanno augurato buone vacanze e hanno lasciato palazzo Grazioli, il premier è rimasto lungamente riunito con Denis Verdini, ma anche Michela Vittoria Brambilla, Mario Valducci, Beatrice Lorenzin oltre ad alcuni ex An come il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, Fabio Rampelli e Francesco Lollobrigida. Il premier - viene riferito - ha chiesto di preparare una specie di struttura 'parallela', che passi anche attraverso i Promotori, i Circoli della libertà e i giovani, che funzionino come delle specie di sezioni elettorali.