20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Anniversario della strage di via d'Amelio

Alfano: tutto il mio impegno per la verità

Il Ministro della Giustizia: «Ricordo Borsellino con spirito costruttivo, lontano da polemiche di bottega»

ROMA - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, assicura che non mancherà mai il suo impegno «istituzionale e personale» per l'accertamento della verità sulla morte di Paolo Borsellino e ricorda il giudice ammazzato dalla mafia diciotto anni fa «con spirito costruttivo, con impegno costante e lontani mille miglia da ogni polemica di bottega».

«Nel corso del 2010 - afferma il Guardasigilli in una nota - diventeranno maggiorenni i ragazzi nati nel 1992, annus orribilis per la storia d'Italia. Un anno segnato anche dal sangue di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, di cui oggi ricorre il triste anniversario. E proprio a questi ragazzi, a questa nuova generazione va il mio pensiero, al loro diritto di coltivare la memoria per non rivivere la Storia, al loro diritto di conoscere la verità, un diritto condiviso da tutti noi, al loro diritto di ricordare il loro anno di nascita come l'anno dell'inizio della riscossa contro tutte le mafie e non con il segno di una sconfitta».

«Per l'accertamento della verità - afferma Alfano - occorre battersi, per l'accertamento della verità occorre impegnare gli uomini e le risorse migliori del Paese, per l'accertamento della verità non è mai mancato ne mai mancherà il mio impegno istituzionale e personale e quello dell'intero governo, anche a sostegno degli organi inquirenti tuttora impegnati in indagini complesse. Indagini del tutto simili a quelle che, nella sua lunga e prestigiosa carriera ha condotto Paolo Borsellino, con inarrivabile fermezza ma anche con riserbo, equilibrio, con spirito critico, senza proclami, senza mai schierarsi, da magistrato autenticamente autonomo ed indipendente e da uomo dello Stato, lontano da ribalte mediatiche. Ed anche per queste caratteristiche, che tratteggiano un modello di magistrato degno di essere indicato ai giovani come esempio da imitare, che la figura di Paolo Borsellino mi è particolarmente cara».

«Quest'anno - conclude il ministro della Giustizia - ho inteso ricordare Paolo Borsellino qui al Ministero, nella sala più prestigiosa che lo scorso anno ho valuto intitolare alla memoria di Rosario Livatino, insieme ai tanti magistrati che con me collaborano, per mantenere quel tono riservato che, sono certo, tanto sarebbe piaciuto a Borsellino e per dare il segno, senza clamori, che anche in questo Ministero la sua figura viene ricordata e che i suoi insegnamenti e le sue intuizioni continuano a costituire materia di ispirazione e di riflessione nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata, con spirito costruttivo con impegno costante e lontani mille miglia da ogni polemica di bottega».