Palermo, danneggiate le due statue di Falcone e Borsellino
Poste ieri in via Libertà, dopodomani cade l'anniversario della strage di Capaci
PALERMO - Alla vigilia dell'anniversario della strage di capaci, avvenuta il 19 luglio del 1992 e nella quale morirono il giudice Paolo Borsellino e i suoi cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, stamattina a Palermo sono state danneggiate le due statue in gesso raffiguranti i giudici Falcone e Borsellino, che erano state posizionate appena ieri pomeriggio tra piazza Castelnuovo e Via Quintino Sella.
Dell'accaduto si sono accorti i carabinieri attorno alle 9.30 di stamattina, durante un giro di perlustrazione. Le statue, realizzate dallo scultore palermitano Tommaso Domina, erano state poste sul marciapiede parallelamente a via Libertà insieme ai rappresentanti dell'associazione Falcone/Borsellino di Palermo.
Sull'«ignobile gesto», spiegano le forze dell'ordine, indagano i carabinieri della compagnia Piazza Verdi: sul posto sono intervenuti anche agenti della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale carabinieri di Palermo per i rilievi tecnici.
SCHIFANI: «GESTO VILE» - Il presidente del Senato, Renato Schifani, esprime «la più ferma condanna per l'incivile e barbaro danneggiamento delle statue di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone», avvenuto la scorsa notte a Palermo. «E' un atto di inaudita gravità che - prosegue - scuote le coscienze di quanti credono fermamente nei valori della legalità e della democrazia».
«Se con comportamenti di questo genere s'intendeva colpire lo Stato - prosegue Schifani - gli autori sappiano che questo gesto vile rafforzerà ulteriormente l'impegno delle Istituzioni a proseguire la battaglia senza sosta contro il crimine organizzato. Battaglia che ha portato anche recentemente ad ottenere risultati eccezionali. La lotta alla mafia è un impegno prioritario di tutte le Istituzioni. Auguro - conclude - che gli autori questo inqualificabile gesto vengano individuati al più presto».
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