28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
La politica del «Ghe pensi mi»

Dimissioni Brancher, primo atto del «nuovo corso» Pdl

Il Ministro: «Lascio, io strumentalizzato». Al via settimana di fuoco per Pdl

ROMA - Il Cavaliere aveva promesso di intervenire da lunedì per sciogliere i nodi. «Ghe pensi mi», aveva detto. Le dimissioni di Aldo Brancher rappresentano il primo atto del nuovo corso. Alla fine il ministro si è dimesso , travolto dalle polemiche sulla scelta, poi ritrattata, di chiedere il legittimo impedimento per il processo Antonveneta. La presa di posizione del Quirinale, le polemiche interne alla maggioranza e i malumori della Lega di certo non hanno giovato al dirigente del Pdl storicamente più vicino al Carroccio. L'annuncio del passo indietro è arrivato nell'aula del Tribunale di Milano, dove l'ormai ex ministro presentatosi nel processo Antonveneta ha annunciato la «decisione irrevocabile di dimettersi» e ha chiesto il rito abbreviato.

«La mia presenza qui oggi è un segno di rispetto verso il Tribunale, sono qui a difendere la mia innocenza - ha sottolineato - pensavo di dover privilegiare gli obblighi verso il Paese ma questa mia scelta è stata indebitamente strumentalizzata». Concetti subito ripresi dal premier Silvio Berlusconi, in una nota, nella quale il Cavaliere sottolinea di aver «condiviso la decisione di Brancher di dimettersi» per «evitare il trascinarsi di polemiche ingiuste e strumentali». Diversi giornali stamattina hanno scritto del nuovo incontro avvenuto ad Arcore ieri sera fra il premier e Brancher, che avrebbe suggellato l'addio del ministro.

L'opposizione, intanto, esulta. Dario Franceschini giudica le dimissioni una vittoria del Pd. Durissimo il leader dell'Idv Antonio Di Pietro: «Per Berlusconi ed il suo Governo è l'inizio della fine». «Si chiude una vicenda kafkiana», chiude il cerchio il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. E anche nel Pdl i 'finiani' rivendicano: Berlusconi ha ascoltato il nostro appello, dimissioni giuste.

Il passo indietro di Brancher però è solo l'inizio, e apre una settimana decisiva per il Pdl. Le tensioni fra Berlusconi e Gianfranco Fini potrebbero acuirsi sulla vicenda del ddl sulle intercettazioni, proprio nelle settimane in cui l'esecutivo si appresta a varare la manovra economica tanto contestata dagli enti locali. E l'ipotesi di una vera crisi di governo si ingigantisce.