26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Le tensioni

Brancher va verso le dimissioni

Sui quotidiani ricostruzioni dell'incontro in serata con Berlusconi. Il neoministro del Decentramento potrebbe rassegnare le dimissioni già oggi

ROMA - Un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ieri sera avrebbe suggellato la sorte del ministro per l'Attuazione del federalismo, Aldo Brancher, che sarebbe pronto alle dimissioni. Il ministro dovrebbe presentarsi oggi in aula all'udienza del processo Antonveneta, che lo vede imputato per ricettazione e appropriazione indebita. Silvio Berlusconi ieri sera ha avuto con Brancher un faccia a faccia che ha fatto seguito a quello di venerdì scorso; i quotidiani ne parlano diffusamente, per La Stampa l'incontro è stato in Sardegna, Repubblica e Corriere della Sera parlano di un incontro in serata ad Arcore, quando Berlusconi era rientrato dalla Sardegna.

Il sacrificio del ministro - Brancher potrebbe rassegnare le dimissioni già oggi - appare come il primo atto di quel 'riordino' nel Pdl che il premier ha annunciato la settimana scorsa. Soprattutto a rischio era il voto di fiducia su Brancher previsto per giovedì in parlamento, con l'alta probabilità di franchi tiratori a fianco dell'opposizione.

Nella ricostruzione del Corriere della Sera, già ieri pomeriggio gli amici di Brancher giuravano che «Aldo si spoglierà di tutto» o quasi: dimissioni da ministro, richiesta del rito abbreviato nel processo Antonveneta, rinuncia anche all'idea di tornare al precedente incarico di sottosegretario. Sarebbe amareggiato, anzi traumatizzato, e sorpreso dal clamore suscitato dalla sua vicenda.

Il caso era scoppiato in giugno quando Aldo Brancher è stato nominato ministro (senza portafoglio) per l'Attuazione del federalismo, provocando i malumori della Lega. Cinque giorni dopo il ministro presenta istanza di legittimo impedimento di fronte al processo Antonveneta e scoppiano le accuse di una nomina utile a fargli scudo dalla giustizia. Una nota del Quirinale indica che il ministro non ha legittimi impedimenti perchè un ministero senza portafoglio non ha nulla da organizzare. C'è anche il giallo delle deleghe, che non sono mai state pubblicate in Gazzetta Ufficiale.